Ente Morale D.L. 5 aprile 1945, n. 224

Ente Morale D.L. 5 aprile 1945, n. 224
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La riforma del Senato, strappo alla Costituzione


BARILLARI OSCAR "RUGGERO"
Genova 30-4-1913

Già organizzatore del movimento clandestino del novembre 1943, diventa, per il PCI, il responsabile dei collegamenti di fondovalle e si occupa di fornire aiuto agli antifascisti nelle zone di Acqui Terme, Novi Ligure ed Ovada. Inoltre la Delegazione Brigate Garibaldi gli affida il coordinamento politico delle attività di formazione nella stessa zone. E' componente della IIIª Brigata "Liguria" e, dopo il rastrellamento della Benedicta, della Brigata "Buranello". Il 12 settembre 1944 ottiene l'incarico di commissario della Divisione "Doria", poi unificata "Ligure-Alessandrina". Il 10 ottobre è coinvolto nel rastrellamento dell'Olbicella, durante il quale riesce, fortunosamente, a sfuggire alla cattura da parte delle forze tedesche. Divenuto commissario politico della divisione "Mingo", è il promotore, fra l'altro, della stampa di "Il Ribelle" giornale clandestino della divisione. Il 22 marzo 1945 accompagna il comandante Gregorio Cupic "Boro" alla riunione dedicata al problema della divisione delle zone di influenza tra le formazioni partigiane e dei rapporti con il Comando militare piemontese. Dopo la liberazione assume l'incarico direttivo della Questura di Genova.
BALESTRERI LEONIDA
Genova 1-9-1907

Laureato in giurisprudenza e in scienze politiche, giornalista di professione, è dal 1935 redattore del "Nuovo Cittadino" e, dal 1941, capocronista de "Il Lavoro". Antifascista nelle fila di Giustizia e Libertà, negli anni dell'occupazione tedesca e della RSI lascia il giornale e diventa membro del CLN clandestino dei giornalisti liguri insieme all'indipendente Romolo Giovannetti e al democristiano Costantino granella. per il suo impegno nella Resistenza viene incarcerato e poi internato nel campo di prigionia di Calvari, dove subisce maltrattamenti che gli avrebbero pregiudicato la salute. Nel dopoguerra riprende la sua attività di giornalista, ricopre importanti cariche sia a livello locale sia nazionale nelle associazioni di categoria, partecipa alla vita cilturale cittadina attraverso vari enti e pubblica alcune opere di carattere storico, con particolare riferimento alla storia del Risorgimento italiano e della storia del giornalismo  genovese. E' anche autore del volume "La Brigata Balilla".
Domani mattina alle ore 10,00 presso la Sala del Palazzo municipale di Genova Pra' in Piazza Bignami 4,
INSEDIAMENTO DEL CONSIGLIO MUNICIPALE DEI RAGAZZI.
La cittadinanza è invitata



BALDUZZI OTTORINO "NULLO" o "OTTO"
Godiasco (Pavia) 7-9-1896

Medico, combattente nella Prima guerra mondiale e antifascista, nel 1943 ricopre la carica di primario neurologo all'ospedale San Martino di Genova. Dopo il 25 luglio entra nel Comitato federale cittadino del PCI e alla fine del settembre 1943 fonda l'Organizzazione "Otto", così chiamata dalle prime quattro lettere del suo nome, che si sarebbe distinta per la capacità di tenere i contatti  con gli Alleati e svolgere per essi un prezioso lavoro di intelligence . Piuttosto rocambolesco è il modo in cui viene instaurato il primo contatto con gli angloamericani; il 1 novembre la OTTO aiuta infatti alcuni ex prigionieri a imbarcarsi nottetempo per la Corsica, e affida loro un messaggio  del Clnai e un piano dettagliato per favorire un eventuale sbarco in Liguria. Nell'ambito di questa attività clandestina, il 31 marzo 1944 Balduzzi viene però arrestato dai tedeschi a Genova insieme a Edgardo Sogno, Alberto e Aldo Li Gobbi e ad altri due patrioti. Tradotto alla Casa dello Studente, sede del locale comando SS, è poi deportato a Mauthausen. Nel dopoguerra ricopre numerose cariche nell'amministrazione locale. Medaglia d'argento al valor militare.
BAFFICO ERMANNO "MANO" o "PACIAN"
Genova 10-8-1925 / Genova 23-1-2008

Studente in economia e commercio a Genova, nel gennaio 1943 viene arruolato nella Marina militare. Dopo l'8 settembre, richiamato alle armidall RSI, si rende renitente. Dal febbraio del 1944 stabilisce contatti con gli esponenti del partito repubblicano genovese e, a luglio, entra nel Cvl. Nel gennaio 1945 fa parte della 3ª Brigata Sap "Mazzini", che aveva la funzione di garantire i collegamenti fra le formazioni di montagna e le brigate cittadine. I compiti di Baffico comportano, fra l'altro, la raccolta di informazioni e notizie sui movimenti di truppe nazifasciste, come nel caso dell'attacco effettuato dalla volante "Severino" al posto di blocco della Doria (quartiere Struppa) nel febbraio del 1945. Entra in contatto, fra gli altri, con elementi della Brigata "Matteotti" comandata da Marcello Machiavelli e con il commissario della Val Trebbia e della Val Bisagno, Giuseppe Machiavelli "Stella". Il 23 aprile partecipa all'azione effettuata a San Siro di Struppa unitamente al battaglione Matteotti, terminata con la resa del comando tedesco. Nei giorni successivi alla Liberazione presta servizio d'ordine presso la sede del Cln Liguria insediato all'hotel Bristol. Acquartierato a Ponte Carrega, il suo distaccamento dal maggio 1945 all'ottobre 1946 viene inquadrato nelle Forze armate che cooperano con le truppe del Governo militare alleato. Dal 1971 al 1975 è assessore al patrimonio nel Comune di Genova e consigliere Comunale, nelle liste del PRI, fino al 1985. Dal 1975 è membro del consiglio direttivo dell'Ilsrec.
ARMANO ORESTE "ORESTE"
Pozzolo Formigaro (Alessandria) 16-10-1922 / Torino 22-9-1944

Studente di lettere all'università di Genova, alla fine del 1942 è richiamato alle armi, prestando servizio prima s Rivoli (To) e poi a Torrespaccata (Rm). Dopo l'armistizio ritorna a casa e, dopo un breve periodo durante il quale riprende a frequentare l'università, nel febbraio 1944 sale in montagna aggregandosi al gruppo dell'Antola nel distaccamento "Scintilla". Il mese successivo passa la gruppo di Cichero come vicecomandante del distaccamento "Torre" con il quale effettua operazioni di sabotaggio e guerriglia. IL 25 giugno , diretto a Rocchetta Ligure per una ricognizione, viene intercettato da un camion di Brigate nere sulla strada tra albera e San Nazzaro. Riconosciuto da un fascista suo compaesano, è arrestato e tradotto a Cabella e poi inviato alle "Nuove" di Torino. Processato il 21 settembre 1944 dal Tribunale speciale, viene condannato a morte insieme ad altri sette compagni, sentenza eseguita al poligono torinese del Martinetto all'alba del giorno dopo. A suo nome sarà intitolata una delle più attive brigate della divisione Cichero.
Calendario degli eventi per la celebrazione del 71°Anniversario della Liberazione
a Genova Pra'


Grazie Smuraglia, non ci spazzeranno via

di Sandra Bonsanti

La strategia di insultare, deridere e delegittimare gli avversari politici; la strategia di isolarli quando si teme di non riuscire a sconfiggerli sul piano delle idee e della politica viene da lontano. E’ la strategia preferita dalla mafia e in questo Paese ha fatto molte vittime, alcune illustri, altre sconosciute, uomini e donne che hanno pagato per non essersi allineati ai potenti, per essersi messi di traverso.
In questo senso, il governo Renzi ha un catalogo  abbastanza lungo e non guarda in faccia nessuno. Anzi, tanto più l’avversario è illustre per meriti che tutti riconoscono, tanto più va colpito, nella sua saggezza, negli atti della sua vita, nella sua onorabilità.
Così, il disgustoso attacco di Fabrizio Rondolino su l’”Unità” era chiaramente volto a diffondere una caricatura del Presidente dell’Anpi, uomo a cui molti di noi  sentono di dover gratitudine, rispetto, ammirazione. Uomo che nella sua vita è stato un esempio e che continua a esserlo anche oggi che si batte per il NO allo stravolgimento della Costituzione, il Sì all’abolizione dell’Italicum. Uomo in prima fila contro le manifestazioni fasciste, che ha saputo spalancare le porte dell’Anpi a generazioni nuove, come pochi hanno saputo fare.
Insomma, ci voleva l’Unità dei tempi di Matteo Renzi per osare questa vigliaccata. Immagino che lo stratega della comunicazione di Palazzo Chigi abbia un elenco di avversari da ridicolizzare e colpire. Avversari evidentemente che sono temuti. Avversari da annientare con la strategia mafiosa, e infatti passate poche ore, è toccato a Roberto Saviano (tempo fa nel mirino ci fummo la sottoscritta, che non ha nessun merito da rivendicare nella sua vita, e il presidente emerito della Corte Costituzionale, nonché presidente onorario di Libertà e Giustizia, Gustavo Zagrebelsky).
Così, dunque, faceva la mafia. E quando aveva deriso e isolato il suo obiettivo si sentiva più forte e, qualche volta, lo era davvero. Ma oggi le cose non stanno così.
Attorno allo scontro sulla Costituzione c’è un’Italia che capisce e che fa paura a questo governo. Un’Italia che il “ragazzo di Rignano, un ragazzo semplice” (come si è definito Renzi in trasmissione da Lucia Annunziata) invece non capisce perché la sua Italia ha un solo obiettivo: il potere. Conquistato nei modi che conosciamo: lo “stai sereno” a Enrico Letta, il giglio magico fatto dagli amici di sempre e dagli amici degli amici di sempre, i grandi poteri delle banche grandi (che chiesero di cambiare la Costituzione) e i grandi poteri delle banche piccole, che hanno messo sul lastrico i piccolissimi risparmiatori.
La sua Italia fa le riforme con la  destra di Verdini e gli accordi con Cl, Opus Dei, massoneria , la sua Italia non si scandalizza se Flavio Carboni è considerato un esperto in presidenze bancarie
La sua Italia non capisce che oggi, attorno a Carlo Smuraglia, siamo in tanti a dirgli di farla finita. Lui, che ha già cominciato da tempo a invadere le tv per propagandare la Costituzione del suo governo, sappia che la nostra debolezza, la debolezza di noi del NO, ci costringe ad essere ancora più uniti, ancora più decisi, ancora più convinti che la sua manovra di indebolire l’assetto della Repubblica parlamentare e la sovranità popolare sarà sconfitta il prossimo ottobre.
E quel lugubre avvertimento in linguaggio dittatoriale di “spazzarci via” non ci fa nessuna impressione. Caro Carlo, grazie di tutto quello che fai, Libertà e Giustizia e tutti noi del No ti ringraziamo di essere con noi. Altro che isolamento e derisione!


fonte:http://www.libertaegiustizia.it/2016/04/03/grazie-smuraglia-non-ci-spazzeranno-via/

Presentazione dell'Atlante delle stragi nazifasciste 6 Aprile 2016 / Roma