72° ANNIVERSARIO MARTIRI DI ISOVERDE E GALLANETO
Ente Morale D.L. 5 aprile 1945, n. 224
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Cosa si è fatto con il protocollo
Miur-Anpi
15 Marzo 2016
Recentemente, un dirigente dell'ANPI, nel corso di una sua relazione congressuale, ha affermato che il protocollo MIUR-ANPI, in questi primi due anni, è rimasto un po' “sottotono” e che bisognerebbe fare di più, anche in sede locale. Ho risposto con una lettera di chiarimento, a quella che consideravo una vera “prova” di disinformazione; tuttavia ora penso che valga la pena di “socializzare” alcune delle riflessioni che la vicenda mi ha suscita, partendo da alcune informazioni necessarie.
Il Protocollo ANPI-MIUR offre alle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado un sostegno alla formazione storica, dalla documentazione alla ricerca, per lo sviluppo di un modello di “cittadinanza attiva”. Queste finalità si perseguono in due modi:
1) con iniziative a carattere nazionale, congiuntamente tra MIUR e ANPI;
2) con iniziative locali con le scuole, avvalendosi del protocollo, non solo per meglio definire i contenuti e le tipologie di iniziative, ma anche e soprattutto per aprire – in accordo con i dirigenti scolastici – quelle porte che molto spesso, nel passato (e in parte ancora oggi, almeno in qualche area) erano chiuse ad accessi “esterni”.
Realizzare il primo aspetto è compito dell'ANPI nazionale, che lo ha svolto in tutte le forme concretamente possibili e tutt'altro che “sottotono”: un concorso per le scuole nel 2015, sulla “Resistenza e cittadinanza attiva”, con premiazione solenne al Quirinale e l'intervento del Presidente della Repubblica, il 24 aprile 2015 (un successo di partecipazione delle scuole, di risultati e di incoraggiamento a far di meglio e di più); un altro concorso, dal titolo “Finalmente al voto”, bandito per il 2016 e che si trova, ora, nella fase conclusiva.
Una commissione esaminerà gli elaborati, (realizzati in forme molto aperte) e quindi ci sarà, anche quest'anno, la premiazione al Quirinale, dei vincitori, il 21 aprile, sempre con l'intervento del Presidente Mattarella, presenti -come lo scorso anno - la Ministra dell'Istruzione e il Presidente nazionale dell'ANPI.
Si è inoltre realizzata l'iniziativa denominata: “Le dieci città”, consistente nella scelta di dieci luoghi significativi (Roma, Milano, Torino, Genova, Bologna, Trieste, Firenze, Bari, Napoli, Palermo) per vicende della Resistenza. In ognuna di queste, sono state riunite le ultime classi di alcune scuole e si è discusso di Resistenza e di cittadinanza attiva, con conversazioni tenute da storici, esperti, testimoni, scelti anche col contributo dell'Istituto nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia.
Soprattutto si è dato spazio alle domande e al dialogo con gli studenti ed alla loro partecipazione diretta, là dove insegnanti attenti e impegnati li hanno aiutati ad elaborare, ricercare ed esporre i risultati, nelle specifiche occasioni di incontro. Naturalmente, si dirà: sono solo dieci città; ma la scelta è stata, da un lato simbolica (Milano capitale della Resistenza, Genova la città in cui fu sottoscritta la resa dei tedeschi ai partigiani - unico caso, forse, in Italia - e così via); e dall'altro tale da impegnare centinaia di ragazze e ragazzi (più di un migliaio, complessivamente, ma molti di più se si pensa agli stimoli che sono stati creati).
Tutto questo lavoro si concluderà con una iniziativa, dedicata alla cittadinanza attiva ed agli importanti anniversari di quest'anno, coinvolgendo non solo le stesse scuole delle città suindicate, ma anche altre, in una grande manifestazione che si terrà il 6 maggio, alla Camera dei Deputati, con l'intervento della sua Presidente. Va ricordato ancora che l'ANPI è stata presente alla inaugurazione dell'anno scolastico del 2014 e del 2015 (la prima al Quirinale e la seconda in un complesso scolastico di Napoli), fra l'altro distribuendo ai numerosi studenti presenti, il primo anno, il fascicolo speciale di “Patria”, interamente dedicato al 70° della Liberazione (un importante strumento anche sul piano didattico), e nel secondo anno, un opuscoletto contenente la Costituzione italiana con un'introduzione del Presidente nazionale dell'ANPI, dedicata ai “valori” della Carta Costituzionale. A me non appare davvero “sottotono”, tutto questo. Si può sempre fare di più, ma a me sembra molto, soprattutto se si pensa al nulla del passato, sul piano nazionale, ed allo spontaneismo ed alle occasionalità delle iniziative locali.
C'è, poi, l'altro aspetto, quello relativo alle iniziative locali. Ho già detto che il Protocollo è importante anche per essere esibito ad eventuali dirigenti scolastici che frappongano ostacoli o rifiuti ad iniziative, incontri con studenti e scuole, etc. A questo fine è stato utilizzato ampiamente e con successo in molte parti d'Italia.
Poi c'è tutto l'ambito della fantasia. Bisogna immaginare iniziative di ricerca, studi, confronti, informazione, sulla Resistenza, sul nazifascismo, sulla Costituzione, sulla cittadinanza attiva. Si tratta di “spremere le meningi” e poi proporre le iniziative ai dirigenti scolastici ed ai professori, come una delle modalità di attuazione del Protocollo. Questo è un campo vastissimo, nel quale si potrebbero ottenere successi insperati, a condizione di una buona e seria elaborazione e programmazione e della formulazione di proposte credibili ed accettabili.
Indico un esempio, che mi sembra eccellente: il protocollo d'intesa tra una Sezione ANPI della Lombardia e il Comune di Legnano, che allego. È ancora senza data perché lo stanno sottoscrivendo in questi giorni, dopo lunga elaborazione.
Assolutamente visibili i riferimenti al protocollo ANPI-MIUR e altrettanto chiari gli obiettivi e gli impegni assunti dalle parti, compresa la sezione ANPI di Legnano.
Ne consiglio la lettura, perché ne emerge un quadro di possibilità concrete di utilizzo di uno strumento assai importante per contribuire, non solo a far conoscere la storia più recente e più significativa del nostro Paese, ma anche a sviluppare azioni positive in favore della cittadinanza attiva, cioè della creazione, anche e soprattutto attraverso la scuola, di cittadini degni di questo nome, informati e partecipi.
Mi auguro davvero che gli esempi che ho fornito, di ciò che si è fatto e si fa a livello nazionale e di ciò che si è fatto e si può fare a livello locale, valgano come stimolo, per tutti, a fare di più e meglio, in un campo – quello della scuola e dei giovani – che riguarda la cosa più importante: il futuro del nostro Paese.
Qui di seguito la bozza del protocollo in corso di sottoscrizione tra la Sezione ANPI di Legnano e il Comune.
Carlo Smuraglia, presidente nazionale ANPI
Un'altra avventura in Libia?
8 Marzo 2016
Ci stanno lusingando, gli altri Paesi, facendoci intravvedere l'incarico di dirigere le operazioni militari che si pensa di realizzare in Libia; nel contempo, ci chiedono di schierare almeno cinquemila uomini e di utilizzare ampiamente la base di Sigonella ed altri punti di partenza per i voli.
Amicizia, rispetto, considerazione per l'Italia? Tutt'altro; è il solito egoismo europeo (e non solo) che pensa di scaricare su di noi il peso di una guerra, mettendoci in primo piano. Sul tema, mi pare ovvio, deve pronunciarsi il Parlamento italiano, e speriamo che lo faccia con saggezza e serietà e senza cedere alle illusioni. Ci sia consentita - quantomeno - qualche considerazione, anzitutto fondata sull'articolo 11 della Costituzione, che è davvero molto difficile mettere da parte, perfino per i peggiori guerrafondai. Su questo, c'è ben poco da dire: basta leggere la norma e capirne il senso, tutt'altro che favorevole alle avventure.
Poi, c'è qualche osservazione di merito da fare, addirittura di una semplicità sconcertante. Siamo davvero, noi, i più adatti a compiere e addirittura dirigere certe operazioni militari in Libia? Io credo di no, e non solo perché è un Paese in cui, a suo tempo, ci siamo comportati tragicamente male, ma anche perché siamo i più “esposti”. Non vogliamo essere egoisti (e lo attestano l'umanità e la solidarietà che stiamo dimostrando, da anni, in Sicilia ed in particolare a Lampedusa); ma sarà permesso anche a noi di occuparci dei nostri interessi, così come stanno facendo - in modo spesso veramente deprecabile – molti Paesi europei.
Noi siamo a due passi dalla Libia; chi volesse fare un qualsiasi atto di ritorsione, potrebbe rifarsi su di noi con pochissima fatica e scarso impiego di mezzi. Qualcuno si ricorda del missile che sfiorò l'isola di Lampedusa? Allora, qui non è questione di egoismo; ma poiché l'ISIS va combattuto e sconfitto, sarebbe giusto decidere tutti insieme che altri Paesi, meno esposti, assumessero un ruolo determinante e preponderante. Tutto qui. Certo, fidarsi della comprensione degli altri, sarebbe addirittura ingenuo, ma far valere le nostre ragioni, a partire da quell'ostacolo pressoché insormontabile che è costituito dall'art. 11 della Costituzione (oltre alle altre ragioni di “ opportunità “ di cui ho parlato ), dovrebbe essere “ normale “: e dovrebbe – a mio avviso – essere imperniata su queste basi l'imprescindibile discussione in Parlamento.
Carlo Smuraglia, presidente nazionale Anpi"Dieci donne della libertà"
7 Marzo 2016
DIECI DONNE DELLA LIBERTÀ. Per l'8 marzo, Festa della donna, "Patria indipendente" propone la storia della conquista della libertà in Italia attraverso le donne. Dieci donne che hanno contribuito a cambiare il Paese: Anita Garibaldi, Anna Maria Mozzoni, Camilla Ravera, Carla Capponi, Tina Anselmi, Gisella Floreanini, Nilde Iotti, Franca Viola, Tina Merlin, Giusi Nicolini-
Lettera semiaperta a Salvini
Egr. Sig. Salvini Matteo,
Ella ha affermato: «Il 25 aprile, Festa della Liberazione, terremo una grande manifestazione di liberazione da Renzi. Mi aspetto che gli alleati siano con noi». Che Ella abbia in dispetto Renzi, è legittimo. Non è però legittimo che Ella associ il Suo dispetto alla Festa della Liberazione.
Le segnaliamo, in merito, la seguente dichiarazione della segreteria nazionale dell’ANPI: «Abbiamo appreso di una conferenza stampa di Matteo Salvini, in cui è stata annunciata per il 25 aprile una “manifestazione di liberazione” dal Governo. Teniamo a sottolineare che la storia, in particolare quella che riguarda episodi decisivi per la libertà e la democrazia, non è al servizio di battaglie politico-partitiche; e merita, prima di tutto, rispetto. Tant’è che il 25 aprile è stato dichiarato Festa nazionale, di una Liberazione specifica, quella che ha aperto le porte della democrazia al nostro Paese, consentendo perfino a qualcuno di fare dichiarazioni che hanno il sapore della provocazione. Il 25 aprile le piazze italiane saranno piene, come sempre, ma di cittadine e cittadini liberi che festeggeranno un evento che dovrebbe accomunare l’intero Paese. È a queste piazze che Salvini pensa di contrapporsi con la sua “manifestazione”? Forse è meglio considerare la sua una semplice battuta, per di più di dubbio gusto, che nessuno oserebbe fare, in Francia, a riguardo del 14 luglio e negli USA, nella Giornata del Ringraziamento».
Aggiungiamo sommessamente – ci consenta – che le Sue note frequentazioni con i signori di CasaPound non depongono a favore di un Suo fervente antifascismo. Ci risulta, d’altra parte, che il Suo camerata di partito Mario Borghezio, già militante di Ordine Nuovo e di altri gruppi della galassia di estrema destra, sieda sugli stessi scranni del Parlamento Europeo dove Ella di quando in quando si sprofonda. Quando Ella ha tempo di recarsi da quelle parti, naturalmente. Risuonano ancora le parole, in seduta del Parlamento europeo nel 2014, di un deputato europeo che affermò testualmente: “Abbiamo lavorato per un anno e mezzo ma lei non l’abbiamo mai vista. Lei Salvini non è mai in Parlamento, solo in Tv, mai in aula, mai in riunione per lavorare; lei è un fannullone!”.
Rispettiamo il Suo travaglio interiore, causato dall’arresto del presidente della commissione regionale alla Sanità della Lombardia Fabio Rizzi, membro del Suo sodalizio politico, a circa ventiquattr’ore dalla Sua seguente dichiarazione: “La magistratura italiana è una schifezza”. Certo, apprezziamo il Suo tempestivo annuncio di espulsione del Rizzi medesimo, ma Le proponiamo – per il futuro – di lasciar perdere dichiarazioni sulle Sue personali esigenze di liberazione mettendoci in mezzo il 25 aprile. E lasci perdere anche – sia gentile – la magistratura italiana.
In via sostitutiva, ci permettiamo di suggerirLe di andare a bere un bel Campari con bianco al bar sport di Pontida in compagnia di qualche nerboruta camicia (o felpa) verde da accogliere naturalmente, col saluto romano, pardon! padano, previamente assicurandosi – va da sé – l’assenza dal locale di qualsiasi migrante o meridionale.
E stia sereno.
Font Patria Indipendente: http://www.patriaindipendente.it/idee/in-punta-di-penna/lettera-semiaperta-a-salvini/
Per le medaglie alla vittime delle foibe 20 anni di proroga: perché?
1 Marzo 2016
Apprendo che nel provvedimento definito “mille proroghe”, sarebbe stato inserito un emendamento che proroga, per ben venti anni, i termini per il conferimento di medaglie a vittime o parenti di vittime delle foibe del 1943 e del 1947. Non entro nel merito della proroga, per di più così lunga, che suscita a dir poco perplessità e interrogativi visto che il Governo, per bocca dell'allora sottosegretario Del Rio, si era impegnato a rivedere tutta la materia, per evitare e superare gli inconvenienti (dell'applicazione della legge) del passato.
Fra l'altro mi chiedo se e come sia stata chiarita la questione, scoppiata letteralmente qualche mese fa (caso Mori) sulle modalità di rilascio di queste medaglie. Allora si accertò che in qualche caso le medaglie erano state conferite perfino a repubblichini. Il caso Mori, alla lunga, è stato risolto - a quanto risulta – con la revoca; ma degli altri, sui quali c'era stato assicurato che sarebbe stata fatta un'approfondita verifica, non si è saputo più nulla. Ora, si vuole continuare a rilasciare medaglie, ma almeno si accerti, - prima - che la legge sia interpretata correttamente e che esse vadano esclusivamente a coloro che ne hanno diritto. Se ci sono casi dubbi, si approfondisca la verifica prima di mettere, come è accaduto, la Presidenza della Repubblica e la Presidenza del Consiglio in una situazione imbarazzante e prima di suscitare l'indignazione in tutto il Paese.
Mi rivolgo non solo al Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, che – come ho detto - qualche mese fa diede ampie assicurazioni, ma anche alla Presidente della Regione Friuli, Serracchiani, che ha espresso soddisfazione per la proroga. Vorrei sottoporre alla loro attenzione, se valga la pena di andare avanti con le medaglie, raccomandando, in ogni caso di accertarsi che le modalità (di assegnazione) siano corrette e che certe medaglie non rappresentino un insulto anche per chi le ha meriate e le merita davvero, oltreché per la nostra sensibilità democratica.
Fra l'altro mi chiedo se e come sia stata chiarita la questione, scoppiata letteralmente qualche mese fa (caso Mori) sulle modalità di rilascio di queste medaglie. Allora si accertò che in qualche caso le medaglie erano state conferite perfino a repubblichini. Il caso Mori, alla lunga, è stato risolto - a quanto risulta – con la revoca; ma degli altri, sui quali c'era stato assicurato che sarebbe stata fatta un'approfondita verifica, non si è saputo più nulla. Ora, si vuole continuare a rilasciare medaglie, ma almeno si accerti, - prima - che la legge sia interpretata correttamente e che esse vadano esclusivamente a coloro che ne hanno diritto. Se ci sono casi dubbi, si approfondisca la verifica prima di mettere, come è accaduto, la Presidenza della Repubblica e la Presidenza del Consiglio in una situazione imbarazzante e prima di suscitare l'indignazione in tutto il Paese.
Mi rivolgo non solo al Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, che – come ho detto - qualche mese fa diede ampie assicurazioni, ma anche alla Presidente della Regione Friuli, Serracchiani, che ha espresso soddisfazione per la proroga. Vorrei sottoporre alla loro attenzione, se valga la pena di andare avanti con le medaglie, raccomandando, in ogni caso di accertarsi che le modalità (di assegnazione) siano corrette e che certe medaglie non rappresentino un insulto anche per chi le ha meriate e le merita davvero, oltreché per la nostra sensibilità democratica.
Carlo Smuraglia, presidente nazionale Anpi
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