Ente Morale D.L. 5 aprile 1945, n. 224

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VI° Festa provinciale della Resistenza a Brescia

22 giugno 2015
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"Il Comitato provinciale ANPI, in collaborazione con i Gruppi giovanili Nuova Resistenza, organizza la VI° Festa provinciale della Resistenza al Centro civico Porta del Parco di Collebeato, nell’immediato hinterland di Brescia, dal 24 al 28 giugno.

L'appuntamento assume per l'ANPI bresciana un particolare significato in primo luogo perché si colloca nell’ambito delle celebrazioni del Settantesimo della Liberazione e secondariamente perché la manifestazione torna a svolgersi praticamente nel capoluogo della provincia.

La Festa, che gode del patrocinio del Comune di Collebeato, presenta un programma ricco ed articolato di proposte culturali e di intrattenimento (vedi il programma con tutte le informazioni), a partire dalla serata inaugurale con la prestigiosa presenza di LIDIA MENAPACE, staffetta partigiana, Senatrice della Repubblica italiana, pacifista e femminista militante, scrittrice e protagonista della vita democratica del nostro Paese."

FONTE: A.N.P.I. NAZIONALE
CI CHIAMAVANO TEDDY BOY

Mostra audiovisiva sui fatti del 30 giugno 1960
Da 27 giugno al 4 luglio
presso la sezione A.N.P.I. di Genova Pra'
Piazza Bignami 3


“Lettera a un figlio su mani pulite”

Reggio Calabria / 17 giugno 2015
Il 17 giugno, a Reggio Calabria, Gherardo Colombo sarà alle ore 16.00, presso il Malavenda Cafè, in via Zecca 1, per presentare il suo ultimo libro “Lettera a un figlio su mani pulite” edito da Garzanti, appena uscito nelle librerie.
L'ex-magistrato racconterà ai presenti, per la prima volta e rivolgendosi in particolare ai più giovani, una stagione controversa della storia d'Italia.Con questo incontro, dopo “Il diario scolastico per i diritti”, si rinnova a Reggio Calabria la collaborazione tra "Quello che non ho", ANPI, Magistratura Democratica e Gherardo Colombo.

Che cosa è stata Mani Pulite e qual è oggi la sua eredità civile?
Su questo si interrogheranno e ne discuteranno con Gherardo Colombo gli organizzatori dell'incontro Francesco Alì, portavoce di “Quello che non ho”, Filippo Aragona, giudice penale e segretario di Magistratura Democratica di Reggio Calabria, Sandro Vitale, presidente dell’ANPI di Reggio Calabria.

In riva allo Stretto si discuterà del periodo che va dal 17 febbraio 1992, giorno dell’arresto di Mario Chiesa, passando per le "accuse" ai membri del pool che ha smascherato quel sistema criminale e corrotto, e si arriverà ai giorni nostri. Un confronto che muove dal libro-testimonianza con cui Gherardo Colombo racconta, per la prima volta, gli anni drammatici e carichi di speranza che lo hanno visto tra i protagonisti della più importante inchiesta giudiziaria sulla corruzione della recente storia d’Italia.
Lettera a un figlio su Mani Pulite è il libro di un padre capace di trasmettere il senso ideale della giustizia e del rispetto delle regole; è l’opportunità di far ripercorrere a tutti, grazie a un protagonista d’eccezione, un’inchiesta che suscita tuttora slanci di consenso e sostegno; è l’occasione per cercare di ricostruire una società solidale capace di scandalizzarsi e prendere posizione contro ogni tipo di illegalità e abuso. Ma è anche l'occasione per chiedersi, attraverso le riflessioni dell'autore, perché “la corruzione ha vinto sulla cultura della Costituzione”, perché “un processo penale non può risolvere il problema della corruzione”, se “per limitare la trasgressione delle leggi non si debba pensare ad un campo di intervento diverso dalle aule giudiziarie”.
Gherardo Colombo, “mettendo in dubbio le sue convinzioni originarie”, parla del ruolo dell'informazione, dei cittadini e del lavoro, della Costituzione, di libertà, uguaglianza, democrazia e di educazione, di amministrazione della giustizia.
Perché “non si può delegare a una funzione come quella giudiziaria la soluzione di questioni endemiche”. Viceversa, “una società, per crescere, ha bisogno che i suoi cittadini si mettano in gioco e si impegnino a percorrere la strada, a tratti faticosa ma piena di promesse, della libertà.»

FONTE: A.N.P.I. NAZIONALE

“Garibaldi e Herzen”

15 giugno 2015
In questo saggio, pubblicato per la prima volta nel 1932 sulla rivista “La Cultura” di Benedetto Croce, sono approfonditi i rapporti intercorsi tra Giuseppe Garibaldi e lo scrittore russo Aleksandr Herzen (Mosca 1812-Parigi 1870).
Ginzburg, nel ricostruire gli incontri e l’amicizia tra i due, si sofferma, in particolare, sul ruolo che Herzen ebbe nella riconciliazione tra l’Eroe dei Due Mondi e Giuseppe Mazzini. Efficaci sono, poi, le pagine dedicate alla posizione del governo sabaudo e di Vittorio Emanuele II, nei confronti di Garibaldi e di Mazzini. Ginzburg evidenzia anche la vicenda che nel 1864 vide protagonista l’uomo politico inglese James Stanfeld, Lord dell’Ammiragliato. A causa del suo rapporto con Mazzini, che aveva difeso ai Comuni, fu costretto a lasciare l’incarico.

Chi era Herzen? Scrittore russo, appartiene più alla storia politica che a quella letteraria. In gioventù, dagli studi di scienze fisiche e matematiche, era passato a quelli filosofici (Hegel, Schopenhauer, Saint-Simon, Proudhon). Un compendio dei suoi approfondimenti è nelle memorie scritte tra il 1852 e il 1855, continuate a più riprese e pubblicate nel 1867 (titolo: “Passato e pensieri”).
Condannato nel 1834 al confino per avere costituito un centro di diffusione del socialismo di Saint-Simon, nella lunga relegazione, riflettè sull’esperienza rivoluzionaria francese, affinando la propria ideologia. Nel 1840, tornato a Mosca, cominciò a diffondere il suo pensiero, attraverso una serie di racconti. I vari temi affrontati (servizio della gleba, condizione femminile, arretratezza economica e sociale della Russia), furono ripresi, con maggiore incisività nel 1847 nel romanzo “Di chi la colpa?”, in cui compare il personaggio dell’uomo superfluo, intuito da Puškin e ripreso da quasi tutti i romanzieri russi dell’Ottocento.

L’uomo superfluo è il nobile (o l’intellettuale) che non riesce a sentirsi in pace con il mondo che lo circonda, che vagheggia una vita migliore, ma non riesce a concretizzare la sua velleità riformatrice e assiste sgomento alla sua rovina e a quella del suo paese.
Il tema dell’uomo superfluo fu ripreso da Herzen in uno scritto politico del 1851 (“Du développement des idées révolutionnaires en Russie”) che descrive l’evoluzione della letteratura russa da un punto di vista sociologico.

Il romanzo “Di chi la colpa?”, “attenzionato” dalla polizia, costrinse Herzen a emigrare. Dapprima a Parigi, poi in Svizzera e in Italia; infine, a Londra, nel 1852. Propugnatore di importanti riforme sociali, in parte sotto l’influenza di Bakunin, rifuggì peraltro da ogni forma di violenza rivoluzionaria. Assecondò idealmente l’insurrezione del 1848 in Francia e quella polacca del 1863.
A Londra pubblicò una rivista di contenuti sociali (“La campana”, dal 1857 al 1861) e un almanacco (“La stella polare”); composti in carattere cirillici, erano spediti clandestinamente in Russia, per ispirare e incoraggiare il movimento riformatore.
Leone Ginzburg (1909-1944). Letterato ed esponente dell’antifascismo e della Resistenza. Nel 1934 subì una prima condanna dal Tribunale Speciale per la Difesa dello Stato. Durante la guerra fu confinato a Pizzoli. Liberato, dopo il 25 luglio 1943, si trasferì a Roma continuando la lotta politica e dirigendo “Italia libera”, organo clandestino del Partito d’Azione. Ma nel novembre dello stesso anno venne di nuovo arrestato. Nel febbraio dell’anno seguente, per le torture subite, morì nel carcere di regina Coeli.

FONTE: A.N.P.I. NAZIONALE

La scuola che vorremmo

12 maggio 2015
In una nota su ANPInews della settimana scorsa (n.162), facevo un primo riferimento al problema della scuola, anche in occasione di uno sciopero unitario su alcuni dei problemi sollevati dal progetto di riforma, in esame al Parlamento.
Della questione ci siamo poi occupati anche in Segreteria, scambiandoci opinioni e valutazioni, anche alla luce di quanto risulta dal documento conclusivo del 15° congresso nazionale, che al tema della scuola dedica una pagina molto importante, che vale qui la pena di riportare quasi integralmente, anche perché siano chiare a tutti le ragioni dell'impegno che l'ANPI deve assumere in questa delicatissima e complessa materia.

Nella visione costituzionale, la scuola pubblica, insieme al lavoro costituisce un valore essenziale, è un presidio fondamentale per rimuovere gli ostacoli alla realizzazione della persona umana (Art. 3 della Costituzione), per educare alla cittadinanza e per formare la coscienza civile delle nuove generazioni; coscienza che deve essere fondata sulla reintroduzione, in tutti gli ordini di scuola, dell'insegnamento della storia contemporanea, su una più strutturata e rigorosa conoscenza della storia dell'antifascismo e della Resistenza, fondativi della Carta costituzionale. La scuola pubblica, l'università, la ricerca, la cultura sono altresì un fattore essenziale dello sviluppo economico, sociale, civile e culturale del Paese, dalla loro qualità dipende il suo stesso futuro, soprattutto in una società globale in cui il principale fattore di diseguaglianza rischia di essere la conoscenza. […..]
Un Paese che investa nella ricerca e nella formazione è un Paese che prepara con decisione il proprio futuro secondo modelli equi e sostenibili, dando la priorità alla ricerca di base, medica e farmaceutica per le energie rinnovabili. Non dobbiamo dimenticare mai che il nostro futuro, la nostra vita e quella delle nostre famiglie dipende anche dall'impegno che metteremo nella tutela e nella salvaguardia dell'ambiente, oggi esposto a troppi attentati. È interesse della collettività garantire un ambiente il più possibile sicuro, prevenendo e combattendo i vecchi ed i nuovi rischi. Su questo terreno occorre adoperarsi per ottenere un nuovo e diverso impegno da parte delle istituzioni che ci governano.
Fin qui la parte essenziale del documento del congresso del 2011. Che cosa dobbiamo dire, oggi, di fronte ad un progetto di riforma della scuola che ha già suscitato proteste, contrasti e discussioni? Non entreremo certamente nel dettaglio, perché non è questo il nostro compito. E del resto, poiché è stata dichiarata da parte governativa una certa disponibilità ad eventuali modifiche nell'iter parlamentare, è conveniente non scendere nei particolari, indicando però con fermezza i punti della riforma che ci sembrano contrastare con quanto indicato, appunto, dal documento politico congressuale.
Li elenco rapidamente:
a. la sostanziale riduzione delle risorse destinate alla scuola, laddove esse dovrebbero essere incrementate;
b. il ricorso esplicito alle fonti di finanziamento privato, in sé discutibile ma ancor più da evitare ove esso si prospetti in termini tali da far prevedere una divisione fra scuole d'élite e scuole di minore importanza;
c. gli interventi previsti per potenziare le detrazioni per le rette pagate alle scuole paritarie, che appaiono in contrasto con i princìpi di fondo della Costituzione e tanto più in una fase di sofferenza della scuola pubblica;
d. l'attribuzione di tali poteri al dirigente scolastico, da ridurre sostanzialmente le forme di partecipazione democratica e nel contempo da realizzare una gestione “solitaria”, dotata di un'amplissima discrezionalità, così riducendo gli organi collegiali ad un ruolo meramente consultivo;
e. il potenziamento di alcune materie, in sé giusto, ma omettendo di prevedere quello dell'insegnamento della storia contemporanea e di tutto ciò che contribuisce alla formazione di una “ cittadinanza attiva”, che è veramente essenziale per la costruzione di una società democratica, basata su una consapevole e informata partecipazione.

Devo dire che quest'ultimo aspetto è quello che, in un certo modo, appare fondamentale, più di ogni altro, proprio per conseguire quelle finalità che si desumono da tutto il contesto della Costituzione e che costituiscono la premessa e l'obiettivo di fondo di quanto risulta dal documento più sopra trascritto.
Insomma, a noi interessa che non prevalga un modello di scuola centralistico, che si affermi, invece, un profilo pluralista e democratico di ogni tipo di insegnamento, che la scuola sia fortemente impegnata per favorire il progresso democratico del Paese, proprio con la formazione di generazioni non solo tecnicamente preparate, ma “allevate“ nel culto della legalità, della dignità della persona, della democrazia e pienamente edotte delle pagine migliori della storia del nostro Paese e del contenuto imprescindibilmente democratico dell'intero disegno costituzionale.
Dobbiamo, dunque, impegnarci tutti per garantire il rispetto dei princìpi sopra enunciati, nella speranza che in Parlamento ci sia tempo e modo di approfondire tutte le tematiche relative alla scuola, con l'aiuto anche delle organizzazioni sindacali e delle associazioni che di essa si occupano in modo specifico, cercando di costruire un profilo condiviso e democraticamente definito di ciò che dovrà essere la scuola del futuro (anzi, addirittura quella del presente).
È doveroso ringraziare del loro contributo, le compagne ed i compagni dell'ANPI provinciale di Torino, di Ivrea e del Basso Canavese , nonché di altre sezioni del Piemonte per il contributo recato positivamente all'approfondimento dei temi qui indicati. Del loro lavoro abbiamo tenuto conto, sperando che così si dia concreta realizzazione, non solo in Piemonte, ad un rapporto proficuo di collaborazione tra “periferie” e centro, che può aiutare tutti a lavorare meglio ed a rinforzare il profilo delle nostre elaborazioni e delle nostre posizioni.
Carlo Smuraglia, presidente nazionale Anpi
FONTE: A.N.P.I. NAZIONALE

La bicicletta nella Resistenza

Alessandria / 6 - 7 giugno 2015


Allegato: Programma [2.2 MB]
A 70 anni dalla Resistenza alla Liberazione
memorie in movimento
UISP e ANPI di Alessandria presentano
LA BICICLETTA NELLA RESISTENZA
Pedalate sulle orme dei partigiani
aperta a tutti
sabato 6 e domenica 7 giugno 2015
I dettagli nel programma allegato


Fonte: A.N.P.I. NAZIONALE