Ente Morale D.L. 5 aprile 1945, n. 224

Ente Morale D.L. 5 aprile 1945, n. 224
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Noi non dimentichiamo il comandante "Visone"
22 febbraio 1918 - 27 luglio 2007


Accordo Miur-Anpi per promuovere la Costituzione e la Resistenza nelle scuole

Protocollo Miur-Anpi con l'obiettivo di promuovere la Costituzione e la Resistenza nelle scuole.
L'intesa è stata sancita al Senato, questa mattina, giovedì 24 luglio, fra il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e l'Anpi.
A siglarlo, il Ministro Stefania Giannini e il presidente nazionale dell'Anpi, Carlo Smuraglia.
L'accordo punta a promuovere e sviluppare progetti didattici nelle scuole per divulgare i valori della Costituzione repubblicana e gli ideali di democrazia, libertà, solidarietà e pluralismo culturale.
Miur e Anpi, in particolare, realizzeranno iniziative per le celebrazioni del 70° della Resistenza e della Guerra di Liberazione, promuovendo processi tematici di riscoperta dei luoghi della memoria e la divulgazione dei valori fondanti la Costituzione repubblicana.
“Questo accordo - ha sottolineato il Ministro Giannini - è uno strumento fondamentale per far comprendere a tutti gli studenti il valore della nostra Costituzione e l’importanza della memoria della Resistenza raccontata anche da chi l’ha vissuta in prima persona”.
“Ritengo – ha aggiunto il Presidente Smuraglia – che questa firma assuma una grandissima importanza rispondendo ad una esigenza profonda che emerge dal mondo della scuola e che assicura un’attività continuativa in favore della cittadinanza attiva”.
FONTE: A.N.P.I. NAZIONALE

Riforme costituzionali: condivisibile la petizione ma utile una battaglia unitaria

La Segreteria nazionale dell’ANPI, presa visione della petizione lanciata da un quotidiano sul tema delle riforme istituzionali:
rileva che - ancora una volta - a fronte della proposta ripetutamente avanzata dall’ANPI di procedere - in una materia così delicata e importante – in modo unitario e preventivamente concordato si procede con iniziative isolate e comunque non discusse, col risultato di produrre divisioni e dispersioni di forze anziché unitarietà di intenti ed efficacia d’azione;
osserva tuttavia che a prescindere dal tono e da alcune espressioni che non appaiono condivisibili, nella sostanza e per vari aspetti la petizione si sofferma su temi e richieste che coincidono con quanto l’ANPI, a partire dalla manifestazione all’Eliseo del 29 aprile 2014 e fino a ripetute dichiarazioni, prese di posizione e appelli ai Senatori, sia per quanto riguarda la riforma del Senato, sia per ciò che attiene alla legge elettorale, sia - infine - per altre proposte governative restrittive della partecipazione democratica quali l’aumento delle firme per il referendum e per l’iniziativa legislativa popolare, oltre alla reiterata pretesa del Governo di dettare l’agenda e i tempi del Parlamento;
richiama quanto contenuto nei documenti dell’ANPI del 29 aprile e successivi e nelle dichiarazioni del Presidente contenute in particolare nel numero 126 della news-letter nazionale ANPInews, nonché nei messaggi inviati ai Senatori in data 24 giugno e 1 luglio;
rimette alla decisione di ciascuno degli appartenenti all’Associazione, di aderire o meno a documenti che non contrastino, nella sostanza, con la linea e le proposte adottate dagli organismi dirigenti nazionali;
torna ancora una volta, a proporre di condurre una battaglia unitaria sui temi delle riforme costituzionali, della legge elettorale e della rappresentanza, con iniziative previamente concordate, che attribuiscano maggior forza e compattezza all’impegno per difendere e sostenere i diritti dei cittadini ad esprimere liberamente il proprio pensiero e la propria volontà e ad esercitare la sovranità popolare nelle forme previste da una Costituzione fondata – appunto – sulla democrazia rappresentativa.
FONTE: A.N.P.I. NAZIONALE

Su Gaza il governo italiano intervenga

La Segreteria nazionale, confermando e facendo propria la dichiarazione formulata dal Presidente nella news-letter 129 del 22 luglio, a proposito di quanto sta accadendo in Medio Oriente, nella striscia di Gaza:
manifesta la deplorazione più viva per gli attacchi violenti e indiscriminati da parte di Israele (l’ultimo ieri contro una struttura dell’ONU), che vanno a colpire tragicamente la popolazione civile con un numero ormai elevato di vittime, anche fra donne e bambini;
ricorda la dichiarazione dell’ONU che denuncia anche crimini contro l’umanità;
chiede che l'U.E. e, in primo luogo, il Governo italiano, assumano una posizione precisa in favore: a) di un immediato cessate il fuoco, duraturo, da entrambe le parti; b) per il riconoscimento dello Stato della Palestina al pari di quello di Israele; c) contro ogni forma di violazione dei diritti umani, di chiunque, in quella delicatissima area.
FONTE: A.N.P.I. NAZIONALE
ALONI MARIO "VIOLINO"

Cagliari, 2/7/1910
Maggiore dell'esercito, dopo l''8 settembre si rifugia in Irpinia per non aderire all'RSI, ma nel febbraio 1944 viene arrestato e trasferito al carcere romano di Regina Coeli. Inviato a Genova col vincolo del domicilio coatto presso i genitori, entra in contatto con elementi della Resisenza. Per la sua esperienza di comando come ufficiale di Stato maggiore, il CLN ligure nel febbraio 1945 gli affida il Comando Piazza di Genova. In questa veste, dopo aver preso parte attiva alla fase insurrezionale della città, è tra i firmatari della resa incondizionata delle truppe germaniche comandate dal generale Günther Meinhold. E' autore del volume L'insurrezione modello, ricostruzione degli avvenimenti che hanno portato alla liberazione di Genova.

FONTE: "Dizionario della Resistenza in Liguria"  Gimelli-Battifora  Ed. De Ferrari


ALBINI MARIO "GIORGI"

Taranto, 17/10/1906
Laureato alla scuola di ingegneria navale di Genova nel 1930. Antifascista, di famiglia liberale, dopo il 25 luglio ricostituisce insieme a Bruno Minoletti "Pareto", Errico Martino "Parini" e Francesco Manzitti "Marchetti", il Partito liberale. Dal 9 settembre 1943 sino al 30 maggio 1944 è ispettore delle formazioni autonome della Liguria. Organizza la Brigata Autonoma "Alessandria", comandata dal capitano Giancarlo Odino "Italo", annientata durante il rastrellamento della Benedicta. Dal giugno 1944 al febbraio 1945 è membro del Cumrl, in rappresentanza del PLI. Anche dopo l'arresto avvenuto nel dicembre 1944 dei principali componenti del comando militare, Albini, benchè fortemente indiziato, continua a svolgere un'intensa attività cospirativa, collaborando e dirigendo il Centro militare del PLI ligure che egli stesso aveva contribuito a creare.

FONTE: "Dizionario della Resistenza in Liguria"  Gimelli-Battifora  Ed. De Ferrari

AGOSTINI ADRIANO "ARDESIO"

Torino 21/6/1911
Antifascista, diffidato per possesso di materiale di propaganda contro il regime, in contatto con il Fronte unico antifascista è membro della Direzione provinciale comunista. Nel 1937 è condannato al confino a Polia (Catanzaro). Dall'ottobre al dicembre del 1943 è componente del Comitato militare ligure per il Partito comunista con l'incarico di tenere i contatti fra le cinque zone militari create in quel periodo dall'organizzazione clandestina comunista. L'8 marzo 1944 è arrestato dalla polizia fascista. Tornato libero, nel mese di ottobre viene inviato nella zona di Tortona, con incarichi organizzativi. Nella primavera del 1945 è nominato coordinatore del Comando unico delle SAP di montagna in VI Zona.

FONTE: "Dizionario della Resistenza in Liguria"  Gimelli-Battifora  Ed. De Ferrari
Ieri sul Corriere Mercantile la riscoperta della batteria della Canneva dove i nostri partigiani presero la resa dai tedeschi


alcune fotografie della Batteria oggi




Smuraglia: basta con l'orrore della guerra nella striscia di Gaza

"Si levi un grido da tutto il mondo per far cessare questo orrore". Questo l'appello che lancia il presidente dell'Anpi, Carlo Smuraglia, per fermare quell'autentica guerra che vive la popolazione della striscia di Gaza.
"Ancora una volta - commenta - si incendiano i rapporti tra Palestina e Israele. Cercare le ragioni di questa improvvisa recrudescenza è davvero un compito improbo. Di fatto, la situazione di un'intera popolazione (oltre due milioni) che vive praticamente reclusa in una sorta di recinto, è improponibile, considerando che si tratta di un popolo che ha diritto ad un suo territorio e alla pace. Che le risposte ad una situazione insostenibile non siano sempre controllabili, è, purtroppo, il frutto amaro di una situazione assolutamente inconcepibile. Quanto alle iniziative del Paese più potente, che dispone di strumenti e armi da guerra sofisticate, è drammatico il fatto che ancora una volta a pagare siano i civili e soprattutto i bambini, al seguito di una "reazione" che non esito a definire quantomeno sproporzionata".
"Abbiamo visto delle immagini che non solo fanno riflettere, ma suscitano emozione e dolore; ed è facile immaginare quanto poco giovino alla convivenza ed alla speranza di un futuro pacifico. Ma non basta, perché si profila il rischio di un attacco di terra e di una vera e propria guerra, come sempre, facilmente estensibile al di là dei confini originari. Bisognerebbe davvero che la comunità internazionale si muovesse e facesse quanto necessario perché a questo conflitto, ma soprattutto alla situazione di Gaza cui prima accennavo, si ponesse fine."
"È davvero inconcepibile - sottolinea il presidente nazionale dell'Anpi - che nel 2012 non si riesca a trovare la via per garantire, la pace e il diritto ad una propria terra, a ciascuno dei popoli, che sono destinati comunque a vivere vicini (se non addirittura a convivere) in un'area tutto sommato, limitata. L'ANPI non può che auspicare che questo diritti vengano finalmente riconosciuti e realizzati in concreto, in favore del popolo che da tempo ne è sostanzialmente privato, nella convinzione che non è con le armi che si troverà la strada della convivenza e della giustizia, ma solo con intese ed accordi che rendano giustizia ai diritti di tutti e non soltanto alle ragioni del più forte".
"In ogni caso - conclude Carlo Smuraglia - il dramma della morte dei civili, delle famiglie inermi e soprattutto dei bambini deve cessare immediatamente. Si levi un grido da tutto il mondo per far cessare questo orrore, che muove a indignazione chiunque abbia un minimo senso di umanità".
FONTE: A.N.P.I. NAZIONALE

Festa Anpi a Luceto Albisola

Savona / 23 - 27 luglio 2014

2ª festa provinciale 
dell’ANPI e de “I RESISTENTI”
23-24-25-26-27 LUGLIO 2014
area delle Feste di Luceto Albisola Superiore (SV)
MERCOLEDI’ 23
Ore 21 il Teatro d’inchiesta di Elio Berti.
“2 AGOSTO 1980: strage fascista alla stazione di Bologna”.
Compagnia teatrale “TIMOTEOTEATRO”, direttore Elio Berti.
Dalle ore 19,00 sarà aperto il bar - con birra tedesca di alta qualità – e la friggitoria; inoltre, panini caldi con salsiccia e wurstel, torte di verdura, crépes, e dolci.
GIOVEDI’ 24
Ore 21 concerto degli URIBA’ BAND e del cantautore Valter Decia.
Dalle ore 19,00 sarà aperto il bar - con birra tedesca di alta qualità – e la friggitoria;
inoltre, panini caldi con salsiccia e wurstel, torte di verdura, crépes e dolci.
VENERDI’ 25
Dalle ore 19 cena sotto gli ulivi con piatti della cucina ligure, in particolare: tagliatelle al cinghiale, minestrone, seppie in umido … e tanto altro;
ore 22 si balla con Rossella o’Hara Group.
SABATO 26
Dalle ore 19 cena sotto gli ulivi con piatti della cucina ligure, in particolare: spaghetti ai frutti di mare, ravioli ai sapori di liguria, trofie al gorgonzola e porri e tanto ancora;
ore 22 si danza con l’Onda Sonora.
DOMENICA 27
Dalle ore 19 cena sotto gli ulivi con piatti della cucina ligure, in particolare: tagliatelle alla lepre, ravioli con vari sughi ….. e tanto ancora, e tanto altro;
ore 22 si balla e si danza con I FOX
SV, Comune di Savona, Comune di Albisola Superiore, Comune di Albissola Marina.
Con la partecipazione di: Coop Liguria e Coop Bazzino.
FONTE: A.N.P.I. NAZIONALE

Wikipedia lancia il progetto Biografie/ANPI

Biografie/ANPI è un'iniziativa volta a portare sulla più famosa enciclopedia online le biografie che ospitiamo su anpi.it, un vero e proprio "tesoro" composto di oltre 3000 storie delle donne e degli uomini che hanno fatto la Resistenza.
Dopo alcuni contatti con Wikipedia Italia abbiamo deciso di adeguare la licenza con cui pubblichiamo queste schede, che comunque era già libera, in modo da renderne più agevole la condivisione.
Un'ottima notizia che giunge a poche settimane dalla morte di Nando Strambaci, l'iniziatore del nostro archivio biografico. A lui va il nostro ringraziamento.
FONTE: A.N.P.I. NAZIONALE
La posizione dell'ANPI sulle riforme Costituzionali 


Vogliamo rompere il muro del silenzio, informare veramente i cittadini di quale è il problema reale; e dare il via ad una mobilitazione dell’ANPI su tutto il territorio nazionale, per informare i distratti o quelli che non sanno, per chiarire, per appoggiare e sostenere chi si oppone ad una iniziativa di riforma che ci sembra inadeguata, per alcuni aspetti improvvisata e per altri ancora addirittura rischiosa per i diritti dei cittadini e la tenuta dei necessari spazi di democrazia.


C’è, insomma, in questa iniziativa, l’orgoglio di una Associazione di grande tradizione e di grande autorevolezza morale, che peraltro ha raccolto attorno a sé, il 25 aprile, solo a Milano centomila cittadini.

Orgoglio che non significa presunzione.
Non pensiamo di avere la verità in tasca e non a caso abbiamo chiesto il contributo di alcuni esperti, in un momento in cui i professori, gli esperti, nelle sfere governative, non vanno di moda, anzi sono da trattare quanto meno con ironia.
Ma, si sa, le convinzioni espresse anche da fonti qualificate non sono sempre sorrette da una robusta cultura giuridica e talvolta soffrono di una certa spericolatezza, non solo sul piano della cultura istituzionale, ma addirittura su quello della cultura senza aggettivi.

Come può un Ministro o la Vicesegretaria di un importante partito pensare di poter richiamare all’ordine e al rispetto della disciplina di partito il Presidente del Senato, che si permette qualche osservazione sul progetto di riforma del Senato?

Come si può pensare, di trattare un gruppo di Senatori che avanzano un progetto alternativo di riforma e lo sostengono, come soggetti “in cerca di visibilità”?

Come si può concepire il rifiuto del confronto, il continuo richiamo ai “professoroni”, con toni di sufficienza?

Capiamo che ognuno abbia il diritto di tenere alle proprie scelte e magari di privilegiare gli incontri, le trattative e i confronti con chi ritiene più utile.

Noi, però,anche se di gusti antiquati, continuiamo a preferire l’incontro, la collaborazione e magari il confronto, con persone pulite, serie e di elevata cultura, come Rodotà, Ferrara, Carlassare, Zagrebelsky e tanti altri, se non altro perché, anche se avanza l’età, sono sempre “freschi di studi” nel senso che non smettono mai di interrogarsi, porsi problemi, studiare soluzioni, senza arroganza e senza alterigia e senza mai far valere il fatto che loro, agli studi e agli approfondimenti, hanno dedicato una vita.

La prima cosa che pensiamo si debba evidenziare è la ragione per cui parliamo di “questione democratica”.
In effetti, è assurdo discutere la possibile riforma del Senato come se fosse isolata, una sorta di problema tecnico, o addirittura, un problema di risparmio di spese (che in tema costituzionale è una vera bestemmia: le istituzioni vanno rese efficienti e corrispondenti alle necessità dei cittadini, indipendentemente dai costi).

Veniamo da lontano: in questi anni, c’è stata una lenta, ma continua erosione degli spazi di democrazia.

 Ecco un’elencazione sommaria:
-L’abuso della decretazione di urgenza e del voto di fiducia;
-l’applicazione, in concreto e per molti anni, di una legge (il porcellum) che nega diritti fondamentali dei cittadini e la rappresentanza;
-gli accordi tra due soggetti, entrambi fuori dal Parlamento (ed uno per ragioni particolarmente gravi), che poi vengono posti a base di scelte e decisioni intangibili dei rispettivi partiti;
-l’approvazione di una legge elettorale (italicum) solo in un ramo del Parlamento, del tutto contraria alle promesse ed agli impegni (restituire la parola ai cittadini) e soprattutto contraria alle preziose indicazioni della Corte Costituzionale, proprio in materia;
-infine, un progetto di riforma dell’istituzione centrale dello Stato, il Parlamento, che squilibra fortemente il sistema costituzionale, assegna tutti i poteri ad una Camera, composta anche con l’apporto del premio di maggioranza;
eliminando ogni contrappeso ed ogni strumento vero di garanzia (perché il Senato concepito dal Governo non è neppure una Camera di serie B; non è nulla, in concreto), contemporaneamente riducendo la rappresentanza dei cittadini, che la Costituzione riferiva a due organi Parlamentari ed ora si restringerebbe ad una sola.

Questa è già una questione, seria, di democrazia.
Il resto è contorno; ma quale contorno!
·        Il disinteresse per la rappresentanza, a vantaggio della sola governabilità;
·        lo spregio per il dissenso e perfino per le osservazioni propositive;
·        l’idea di fissare tempi stretti (da parte del Governo, che dovrebbe restare estraneo), con una data fissa collegata non ad un emergenza istituzionale, ma una convenienza politica che alla fine (benché ciò venga smentito) appare di natura elettorale.
·        la convinzione di poter imporre tutto, con la disciplina di partito, anche in materia costituzionale (si stanno facendo grossi passi indietro, verso tempi e modi che credevamo sepolti per sempre);
·        il trattamento per i dissenzienti, che dimostra il fastidio di chi decide e non vuole essere turbato nei suoi propositi.

Questo dà un’idea anche di ciò che significa l’ultima parte del progetto governativo, con l’introduzione dell’istituto del voto a data certa, che significa attribuire al Governo il potere di dettare il calendario parlamentare o comunque di annullare – se vuole – ogni possibilità vera di iniziativa parlamentare e perfino di seri e approfonditi dibattiti parlamentari.

Di questo stiamo dunque parlando, non di modelli teorici di Senato, che sono abbondanti e sui quali si potrebbe scegliere, ma badando a criteri reali:
·        l’efficienza del sistema parlamentare;
·        le garanzie di equilibrio dei poteri;
·        l’effettività della rappresentatività dei cittadini e la loro reale possibilità di partecipare e far sentire la propria voce.

Chiarito questo, anche perché abbiamo diffuso ampiamente la posizione dell’ANPI; non senza notare come i partiti, i politici, la stampa si mostrino pochissimo interessati a conoscere il pensiero altrui, magari anche il nostro, che in mille modi si è cercato di sottoporre ad una cortina fumogena.

Dunque:
siamo per la differenziazione del lavoro delle due Camere; è un’esigenza reale, anche se bisogna riconoscere che ci sono state occasioni in cui il bicameralismo “perfetto” ha reso servizi positivi su questioni fondamentali; ma adesso è venuto il momento di cambiare, però a cinque condizioni fondamentali:
a) che si mantenga il sistema elettivo
b) che si colga l’occasione per trasformare il Senato in una vera camera Alta, per la
rappresentatività, per la qualità dei componenti, per il tipo di funzioni.
c) che contemporaneamente si faccia una legge elettorale conforme alle indicazioni della Corte Costituzionale, sì da ridare possibilità di scelta ai cittadini, consentendo forme effettive di rappresentanza (senza esclusioni eccessive); limitando il premio di maggioranza a misure ragionevoli.
d) che si indichino forme adeguate per qualificare (nel senso di migliorare, per qualità e competenza) la composizione del Senato (autonomia, competenza culturale e scientifica,non interessi corporativi).
e) che si riservino ai regolamenti parlamentari la disciplina dei tempi ed i casi di priorità, ponendo fine al sistema per cui sono i Governi che dettano tutto, perfino i tempi della discussione, sempre in nome della governabilità.

·        Quanto ai modelli, la scelta è molto ampia, fra i modelli studiati e quelli sperimentati.
Va notato, peraltro:
1. Al di là della conta numerica, che non ha significato, il dato è che
·        tutti i Paesi del G8 sono bicamerali;
·        quindici Paesi del G20 sono bicamerali;
·        quattro miliardi di persone su 5,5 (esclusa la Cina, che fa parte a sè) sono rappresentati da sistemi bicamerali: tutte le grandi democrazie adottano il modello bicamerale (un vero modello bicamerale, nel senso che le due Camere hanno pari rilievo e pari autorevolezza), particolarmente diffuso quanto più il Paese è caratterizzato da complessità;
2. I Senati, in genere, rappresentano uno strumento di equilibrio e di riflessione nei confronti della Camera bassa, espressione della maggioranza di Governo;
3. Un bicameralismo vero (ancorché differenziato) garantisce, secondo la diffusa opinione degli esperti e studiosi, una migliore qualità della legislazione e una maggiore stabilità dell’ordinamento giuridico;
4. Sui metodi di elezione, esistono due grandi criteri:
Senatori eletti direttamente e Senatori eletti in secondo grado, a cui si aggiunge il gruppo dei Senatori eletti con sistema misto.
L’elezione di secondo grado non è mai occasionale, ma è sempre diretta allo scopo specifico di comporre il Senato con persone elette specificamente per quella funzione.
Non è concepibile, in nessuno dei Paesi europei, un Senato di serie B, composto di “volontari” eletti per fare altre cose.

5Il Senato, come strumento di governo delle complessità, si esprime particolarmente attraverso:
- la funzione di Camera di riflessione nel procedimento legislativo (salvo alcune materie di rilievo sulle quali si esprime in forma di compartecipazione).
- la funzione di controllo dell’attività di Governo rispetto alla possibilità di “dittatura della maggioranza”; e di trasparente monitoraggio sull’azione dell’esecutivo, sulle nomine, sugli enti pubblici, ecc.;
- la funzione di raccordo ed espressione delle entità e realtà territoriali che costituiscono lo Stato.

6. I processi di riforma del Senato nell’ultimo ventennio, nei Paesi di maggior rilievo, presentano queste caratteristiche comuni:
a) differenziazione tra i due rami del Parlamento
b) specializzazione “alta” delle funzioni del Senato
c) tendenza ad incrementare la democraticità complessiva
d) garanzia di maggiore efficacia nel rappresentare i territori, nei rapporti di carattere
internazionale e nei diritti fondamentali dei cittadini;
e) esigenza di razionalizzazione nei rapporti con l’esecutivo
f) rafforzamento dell’equilibrio dei poteri
g) esaltazione della funzione di raccordo con le realtà territoriali e istituzionali.
In conclusione, i modelli possono essere diversi, ma hanno molte caratteristiche comuni, tra cui il rafforzamento (con funzioni differenziate) di una Camera che deve essere “ALTA” per qualificazioni e per competenze, deve avere funzioni di equilibrio di poteri, deve consentire una piena rappresentatività dei cittadini.

Tendenze che rendono ancora più evidenti le linee da perseguire nel nostro caso, anziché pensare ad una legge elettorale antidemocratica e anticostituzionale; perché il mix di questi fattori (Senato declassato e legge elettorale che dà un potere quasi esclusivo ad una maggioranza di governo) può essere addirittura disastroso, per gli effetti e gli squilibri che può produrre.

Insomma, sui modelli si può discutere, ma sulle linee di fondo no, perché le stesse tendenze in atto dimostrano che in tutto il mondo avanza l’esigenza di rappresentanza e di democrazia, anche per contrapporsi alle tendenze e spinte di una destra autoritaria e populista.

Su questo dobbiamo attestarci, per avere una riforma del Senato non finalizzata al risparmio, ma ad esigenze di funzionalità e di democrazia.
Abbiamo parlato di una “questione democratica” anche e soprattutto per questo.

In tutta Europa avanzano tendenze autoritarie e rigurgiti fascisti o neofascisti; c’è una forte tendenza, in diversi Paesi, a restringere le libertà anziché a renderle effettive.
Ebbene, questo è il momento di rafforzare la democrazia, in ogni Paese, non di indebolirla; questo è il momento di assicurare più partecipazione e più diritti ai cittadini, perché facciano sentire non solo la loro voce, ma la forte esigenza di rappresentanza e di sovranità.

Sarebbe, dunque, anche in Italia, del tutto sbagliato indebolire questa democrazia, ancora troppo fragile ed esposta a rischi.
Occorre, invece, rinforzare le linee generali chiaramente espresse dalla Costituzione, che richiedono partecipazione, rappresentanza, centralità del Parlamento, sistemi veri di garanzia.

Ridurre tutte queste problematiche a temi di spese e di risparmio, mi sembra davvero assurdo; anche perché alla fine, differenziando le funzioni delle due Camere, si può benissimo ridurre il numero dei componenti dell’una e dell’altra e unificare i servizi, con evidente e sicuro risparmio, ma senza toccare le linee portanti del sistema ed anzi, rinforzandole con una legge elettorale che venga incontro alle istanze dei cittadini e corrisponda alle precise indicazioni della Carta Costituzionale.

E’ uscito uno scritto interessante di un Senatore che stimavamo molto quando faceva il giornalista e che conserva anche oggi la stessa linearità di princìpi e la stessa autonomia.

C’è una frase lapidaria con cui si conclude lo scritto intitolato “La Costituzione merita rispetto”: “occorre una seconda Camera, non una Camera secondaria. E una seconda Camera è tale se può esercitare una funzione di garanzia, grazie ad una saggia specializzazione ed all’autorevolezza che le deriva dal voto popolare”.

Ci pare colga nel segno e rappresenti con semplici parole il succo del nostro intendimento e del nostro impegno.
Che è tanto maggiore, quanto più sentiamo il peso di una legge elettorale, per fortuna approvata solo da una Camera, che non risponde, come ho detto, né a criteri di rispetto della Costituzione né a criteri di rispetto dei diritti dei cittadini, né tanto meno al principio di rappresentanza.

Insomma, e per concludere, non si tratta di essere conservatori.
Anzi, siamo favorevoli al cambiamento, ma nel solco della Costituzione e nel quadro di una democrazia che si rafforza anziché ridurre gli spazi della rappresentanza.

Non ci considereremo soddisfatti, dunque, se non quando
·        il Paese non si sarà dotato di una legge elettorale veramente democratica;
·        tra rappresentanza e governabilità si privilegerà la prima, pur cogliendo anche le esigenze di stabilità;
·        la Costituzione sarà rispettata ed attuata nei suoi fondamenti e nelle sue linee di coerenza,
·        apportando gli aggiustamenti necessari alla stessa struttura parlamentare,
·        ma senza togliere alcunché agli equilibri ed alle garanzie che la Costituzione ci offre e che restano il fondamento della vita consociata.

In questa direzione intendiamo lavorare, col contributo di quanti credono nella Costituzione e nella democrazia e con un’informazione adeguata ai cittadini sulla reale posta in gioco e sul loro interesse a soluzioni chiare, trasparenti e ponderate.

Comincia qui un cammino, che può anche essere lungo.
Ma se ci impegneremo come dobbiamo, ce la faremo, nell’interesse del Paese e della democrazia”.

Festa della Pace 2014

Ravenna / 13 luglio 2014

Domenica 13 Luglio - ore 11,30
presso il Centro Residenziale Cà Malanca
11° Festa della Pace
organizzata dalla Sezione Giuseppe Bartoli di Brisighella.
Il programma prevede:
“Ricordando Pino Bartoli”
un omaggio alla sua figura di partigiano prima e uomo impegnato poi in vari campi (politico, istituzionale e sociale), nonché scrittore e poeta riconosciuto a livello nazionale e internazionale.
Seguirà pranzo gestito dai volontari della sezione ANPI di Brisighella.
Nel pomeriggio avremo lo spettacolo con poesie, racconti e musiche
“Canti popolari di libertà”
con il Nuovo Controcanto Popolare in collaborazione con Rosarita Berardi e Vanni Cristofori della Libera Accademia degli Evasi.
La Tresca, formato da 7 musicisti originari della zona compresa tra Orvieto, la Tuscia e il lago di Bolsena (un triangolo geografico che racchiude le radici popolari del loro repertorio), sarà protagonista della fase conclusiva della giornata . Il gruppo in questi anni ha prodotto 5 CD e effettuato concerti in molte città d’Italia e all’estero (Germania, Svizzera, Macedonia e Ungheria) ottenendo sempre entusiastici consensi. Da anni amici dell’ANPI di Brisighella, hanno accolto molto favorevolmente l’invito della sezione a partecipare all’evento.  (www.latresca.it) 
Durante la giornata saranno attivii banchetti dell’Associazione Italia-Cuba e di Emergency, oltre a quello A.N.P.I. con la venditadi libri e per tesseramentoall’Associazione.
^°^°^
Ca’ Malanca (mt.721 s.l.m.), ove ha sede il Museo Storico della Resistenza, è raggiungibile anche a piedi per mezzo di vari percorsi segnalati.
La nostra proposta in collaborazione con le Guardie Ecologiche Volontarie di Faenza è la “Passeggiata della Memoria” con partenza dalla chiesa di Santa Maria in Purocielo alle ore 9,45.
Si percorrerà il Sentiero dei Partigiani con spiegazione storica della Battaglia di Purocielo a cura di Roberto Renzi dell’ANPI di Faenza.
^°^°^
Come si raggiunge Cà Malanca
Da Faenza (RA) seguire le indicazioni per Firenze, passare gli abitati di Errano, Brisighella, Fognano, Castellina, Casale, Strada Casale, S.Eufemia, San Cassiano; dopo il passaggio a livello girare a destra per San Martino in Gattara e, tenendo la propria destra, salire a Monte Romano e Croce Daniele, al ristorante tenere la destra e proseguire per altri 3 km, sino a giungere al parcheggio di Cà di Malanca.
Ricordiamo inoltre che da San Martino in Gattara sono visibili le indicazioni per il Museo della Resistenza di Ca’ Malanca.
FONTE: A.N.P.I. NAZIONALE

Calice Ligure ricorda i martiri di Frasce

Savona / 13 luglio 2014
La Sezione ANPI "Carlo Durante" di Orco Feglino invita a partecipare alla Commemorazione del
70° anniversario dell'eccidio dei 7 partigiani trucidati dai nazifascisti il 16 novembre 1944 in località Frasce nel Comune di Calice Ligure
DOMENICA 13 LUGLIO 2014
Programma
ore 10,00
- saluto di partura della Presidente ANPI di Orco Feglino Emma PASSEGGI
- salutodei Sindaci
- intervento della Segretaria dell'ANPI di Orco Feglino Stefania RECAGNO
- orazione ufficiale del Presiente provinciale ANPI Samuele RAGO
- apertura Mostra fotografica sui partigiani
ore 11,00
- testimonianze dei Partigiani
- a seguire Valter Decia vi racconta quel giorno...
ore 12,00
- benedizione del Cippo Partigiano con deposizione di fiori
ore 13,00
- pranzo partigiano organizzato dalle Sezioni ANPI di Orco Feglino e Celle Ligure
In caso di pioggia la manifestazione è rimandata alla domenica successiva
FONTE: A.N.P.I. NAZIONALE

65° Raduno dei Partigiani e dei Giovani

Firenze / 12 - 13 luglio 2014
Sabato 12 e Domenica 13 luglio
si svolgerà a MONTE GIOVI
il 65° RADUNO DEI PARTIGIANI E DEI GIOVANI
Si rinnova così l’appuntamento con l’importante festa partigiana che coinvolge i Comuni di Pontassieve, Borgo San Lorenzo, Dicomano, Firenze, Pelago, Rufina, Vicchio, la Provincia di Firenze, l’Unione dei Comuni Valdarno e Valdisieve, l’unione montana dei comuni del Mugello e la Regione Toscana.
Il Raduno è inoltre promosso dall’ANPI associazione nazionale partigiani d’Italia e vede la fondamentale collaborazione dell’SMS Croce Azzurra, del Gruppo GEO Sieci, del gruppo CEV Vicchio, dell’ARCI casa del Popolo di Acone, Colognole, Vicchio, Scopeti e Pontassieve.
Sessantanove anni fa si concludeva in Europa il secondo conflitto mondiale e con esso terminavano anche i regimi che avevano causato la guerra. Grazie all'antifascismo e a quel gruppo di italiani che seppero ribellarsi, l’Italia ha potuto risorgere e ritrovare la sua dignità. Il raduno dei Partigiani e dei giovani è un appuntamento volto a mantenere vivo il ricordo e a tramandare la nostra memoria. L’evento rappresenta l’eredità di una memoria collettiva, un messaggio che si rinnova nel tempo, una festa e soprattutto un impegno per il futuro.
Con questo spirito sabato 12 luglio partiranno due escursioni: la prima alle 16 da Fonte alla Capra che percorrerà i sentieri dei partigiani fino alla cima di monte Giovi (Casa Cerro – Pratinovi – Monumento – Chiesino S.Giusto – cima Monte Giovi – Fonte alla Capra), la seconda alle 16,30 da Vicchio sede GEV c/o Coop Vicchio direzione Fonte alla Capra con rientro previsto in notturna. 
Alle ore 19,30 in località Fonte alla Capra ristoro a cura del Circolo Arci di Pontassieve e alla 21 proiezione del film documentario “La Battaglia di Firenze” della Mediateca Toscana. 
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Domenica 13 raggiungimento della cima del Monte Giovi per l’abituale attesa dell’alba al “Crocione”.
Dalle 10,30 – alla Faggeta di Fonte alla Capra – incontro con le autorità e i cittadini con il corteo e le deposizioni delle corone al monumento di Piano del Chiesino e della Piramide dei Partigiani.
Sono previsti alle ore 11,00 i saluti di monica Marini sindaco di Pontassieve a nome delle Amministrazioni comunali a cui seguiranno gli  interventi di Natale Benvenuti, partigiano “Stoppa”, di Stefano Galli, ANPI Pontassieve, e di un giovane rappresentante delle sezioni locali dell’ANPI.
Alle ore 12,30 Pranzo a al ristoro di Fonte alla Capra e alle 15,30 concerto della Brigand Band “Ora e sempre Resistenza”. 
Si ricorda che per domenica 13 luglio è previsto un servizio pulmino con due corse Pontassieve - Monte Giovi con partenze alle ore 8,00 e alle ore 14,00 (previste fermate intermedie San Francesco, Rufina e Scopeti) e due corse per il ritorno Monte Giovi – Pontassieve alle ore 12,30 e alle 18,00.
FONTE: A.N.P.I NAZIONALE