Ente Morale D.L. 5 aprile 1945, n. 224

Ente Morale D.L. 5 aprile 1945, n. 224
MAIL: anpigenovapra869@gmail.com - TEL: 3463002468

Esequie civili di Giovannina Marturano

Roma / 31 agosto 2013
L'ANPI provinciale di Roma, di concerto con la Famiglia e con il Comune di Roma, organizza 
Sabato 31 agosto - ore 11,00
Tempietto Egizio
Cimitero Monumentale del Verano, Roma
una cerimonia laica per ricordare la partigiana 
La "Bimba col pugno chiuso" ci ha lasciato giovedì 22 agosto, all’età di 101 anni. 
FONTE: A.N.P.I. NAZIONALE

Inaugurazione della mostra "Briciole di pane"

Biella, Vercelli / 31 agosto - 8 settembre 2013

A Varallo, nel cortile d'onore della Biblioteca Civica "Farinone-Centa", a Palazzo Racchetti
sabato 31 agosto 2013 - ore 11
inaugurazione della mostra a cura di Daniela Sacchi 
"Briciole di pane"
Emozioni di donne resistenti
La mostra raccoglie fotografie e testimonianze ed è incentrata sul ruolo delle donne nella Resistenza, delle quali sottolinea l’impegno, il sacrificio e la lotta, proseguita anche negli anni immediatamente successivi al conflitto
saranno presenti:
Sandra Ranghinopresidente dell’Anpi provinciale
Bruno Rastellipresidente dell'Anpi sezione Varallo Alta Valsesia
Enrico Paganodirettore dell’Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea nel Biellese, nel Vercellese e in Valsesia
Piera Mazzonedirettrice della Biblioteca Civica “Farinone-Centa” di Varallo.
La mostra - visitabile da sabato 31 agosto a domenica 8 settembre 2013 - apre il ricco programma delle celebrazioni in occasione del 40° anniversario della consegna della Medaglia d’Oro al valor militare alla Città di Varallo per la Valsesia, organizzate nei giorni 6, 7 e 8 settembre dall'Anpi sezione di Varallo Alta Valsesia, con la compartecipazione dell'Anpi regionale e delle sezioni Anpi piemontesi, del Consiglio regionale del Piemonte, del Comitato della Regione Piemonte per l'affermazione dei valori della Resistenza e dei principi della Costituzione repubblicana, dell'Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea nel Biellese, nel Vercellese e in Valsesia, della Provincia di Vercelli, della Città di Varallo, della Comunità montana Valsesia.
Orari di apertura: lunedì, mercoledì, giovedì e venerdì dalle 14.30 alle 18.30; martedì e sabato dalle 9 alle 12  e dalle 14.30 alle 18.30; domenica dalle 9 alle 18.
FONTE: A.N.P.I. NAZIONALE

70° anniversario bombardamento di Pisa

Pisa / 31 agosto 2013
SABATO 31 AGOSTO 2013 – ORE 11,00 
Ore 11,00 - Deposizione di una corona in Via Conte Fazio, davanti al Cippo che ricorda le vittime. A cura della sezione ANPI CGIL, A. Fantozzi
Ore 11,45 - Arrivo delle autorità alla Chiesa di San Giovanni al Gatano
Ore 12,00 - Messa presieduta da SE Mons Benotto e deposizione della corona nella cripta in memoria dei caduti
FONTE: A.N.P.I. NAZIONALE

"Giovani, Resistenza, neofascismo"

Ancona / 31 agosto 2013
Incontro internazionale annuale
Sabato 31 agosto 2013
Ancona - Mole Vanvitelliana
“GIOVANI RESISTENZA neofascismo”
PROGRAMMA
ore 9.00 - Apertura dei lavori
- Saluti delle Autorità
- Introduzione del Presidente del Forum, Leonardo Animali
- Relazione del Prof. Raffaele Mantegazza, Università di Milano Bicocca dibattito
- Conclusioni del Presidente Nazionale dell’Anpi Sen. Carlo Smuraglia
Ore 12.45 cortile della Mole
"PARTIZANI"
intervento musicale a cura dell'Associazione NonCantoPerCantare con Alen Abdagic e Antonella Vento
ore 15.00 - Ripresa dei lavori
- Tavola rotonda con i rappresentanti della Slovenia, della Croazia del Montenegro, dell’Albania, della Grecia e dell’Italia
Dibattito
ore 18.30 - Conclusioni dei lavori del Forum ed adempimenti organizzativi
ore 21.30 - Arena Cinematografica 1943-2013 70° anniversario del sacrificio dei Fratelli Cervi e di Quarto Camurri
Dal mappamondo dei Cervi alla dimensione “mediterranea”: una storia glocale – a cura di Mirco Zanoni, Istituto“A. Cervi”
seguirà la proiezione del film di Gianni Puccini
“I sette fratelli Cervi”
FONTE: A.N.P.I. NAZIONALE
Due le opzioni per il prossimo Festival boreale indetto da Forza nuova: a Seregno, vicino a Monza, o a Milano
Questura e prefettura stanno discutendo le modalità di svolgimento con gli stessi organizzatori, forse a insaputa dei sindaci 

Da alcune informazioni da noi raccolte sembrerebbe che allo stato attuale siano due le opzioni circa il luogo dove tenere, il prossimo 12-14 settembre, il cosiddetto Festival Boreale, un raduno di gruppi antisemiti e nazistoidi a livello europeo promosso da Forza nuova. Da una parte la città di Seregno, a pochi chilometri da Monza, dall’altra Milano o un comune a nord della città. 
Sarà un caso, ma a Seregno dal 2010 l’amministrazione comunale è guidata dal centro-destra con tanto di sindaco leghista, il cui partito, come sappiamo, già in passato in Lombardia ha offerto la propria disponibilità a eventi simili. Basterebbe ricordare quanto accaduto a Malnate, in provincia di Varese, lo scorso 20 aprile, quando proprio alcuni esponenti leghisti misero a disposizione la struttura per celebrare il compleanno di Hitler da parte di un’associazione neonazita. Non solo, nello stesso comune, da anni opera la Fraternità sacerdotale di San Pio X, espressione diretta dei lefebvriani in Italia, che celebra ogni domenica mattina in una sorta di cappella, in realtà un capannone di 500 mq acquistato di recente, la messa in latino. Un capannone che potrebbe essere utilizzato proprio per ospitare questo evento. 
Niente di meglio per chi, come Forza nuova, si connota per l’esasperato integralismo cattolico e nell’occasione si accompagna a formazioni europee che ancora negli anni Duemila vagheggerebbero il ritorno del nazismo. In questo caso l’intenzione degli organizzatori, che prevedono un afflusso di qualche centinaio di neonazisti, provenienti soprattutto dall’Ungheria e che raggiungerebbero il nostro paese con diversi pullman, sarebbe anche quella di utilizzare il camping del Parco di Monza (Camping Autodromo) per ospitare il grosso delle delegazioni straniere. Un’eventualità che sta creando qualche problema per chi, venendo da lontano, non intenderebbe sottoporsi a troppi spostamenti. 
Per queste ragioni rimane in pista la seconda possibilità, quella di Milano o di un comune a nord, scelta che inizialmente si voleva evitare per aggirare le inevitabili contestazioni. Una soluzione per cui comunque sono state già da mesi depositate le autorizzazioni necessarie. Un fatto è infatti certo: sia la Questura di Milano che la Prefettura stanno da tempo discutendo con gli stessi organizzatori le modalità di svolgimento di questo appuntamento. Se a insaputa dei sindaci dei comuni coinvolti, Pisapia compreso, non lo sappiamo. Un atteggiamento davvero inqualificabile da parte di chi dovrebbe essere fedele alla Costituzione antifascista e che in realtà si appresterebbe a scortare bande di neonazisti sul nostro territorio, come già accaduto lo scorso 15 giugno a Rogoredo, quando si dettero appuntamento centinaia di teste rasate a livello internazionale. Certamente non un buon inizio per il nuovo Prefetto di Milano. 


FONTE: http://www.osservatoriodemocratico.org/page.asp?ID=3379&Class_ID=1004

I 90 anni del presidente Smuraglia

Oggi 12 agosto il Presidente Nazionale dell'Anpi, Carlo Smuraglia, compie 90 anni. Partigiano combattente, una vita trascorsa intensamente nella sua attività professionale di avvocato e docente di diritto del lavoro oltre che di parlamentare con importanti incarichi istituzionali.
Nel 2011, al Congresso Nazionale dell'Anpi svoltosi a Torino, con la sua elezione a presidente ha accettato la sfida di fare dell'antifascismo alto impegno quotidiano.
Da allora, con generosità e passione, ha anteposto la difesa e la promozione della Costituzione a qualsiasi altro impegno.
Giungano al presidente Smuraglia i migliori e più affettuosi auguri da parte di tutta l'Anpi.
Auguri compagno presidente!

In ricordo della strage del '44 a Padova

Padova / 19 agosto 2013
Padova, lunedì 19 agosto 2013 commemorazione delle vittime della rappresaglia nazifascista del 17 agosto 1944.
Il 17 agosto 1944 vi fu a Padova una rappresaglia nazifascista.
Sette partigiani: Primo Barbiero, Pasquale Muolo, Cataldo Pressici, Antonio Franzolin, Ferruccio Spigolon, Saturno Bandini e Luigi Pierobon furono fucilati nella caserma di via Chiesanuova, oggi intitolata a quest’ultimo. Altri tre: Flavio Busonera, Clemente Lampioni e Ettore Calderoni furono impiccati in via Santa Lucia.
La città ricorda le vittime di quella strage spietata, perché colpì uomini giusti e liberi incolpati della morte del militare fascista col. Bartolomeo Fronteddu, in realtà ucciso da altri fascisti.
Programma delle cerimonie.
Ore   9.00   Caserma Pierobon - via Chiesanuova, 68
•Alzabandiera
•Onore ai caduti con deposizione di una corona di alloro
•Celebrazione della S.Messa
Intervengono:
•Ten. Col. Giusto Aloisio, Comandante della caserma
•Ivo Rossi, Vice Sindaco di Padova
•Discorso celebrativo di Irene Barichello, Presidenza regionale Associazione Nazionale Partigiani d’Italia
Ore 18.00 lapide commemorativa - via Santa Lucia, 39.
•Saluto dellea autorità
•Discorso celebrativo di Pietro Piovan, Giunta esecutiva Federazione Italiana Volontari della Libertà.
FONTE: A.N.P.I. NAZIONALE

Concerto in memoria dei tre martiri partigiani

Rimini / 16 agosto 2013
L'A.N.P.I. di Rimini invita a partecipare numerosi 
al 69° anniversario dell'assassinio dei tre martiri partigiani
Luigi NicolòAdelio Pagliarani Mario Cappelli
impiccati il 16 Agosto 1944 dai nazifascisti a cui la città ha intitolato una piazza
venerdì 16 agosto - ore 21,00
Corte degli Agostiniani (Teatro degli Atti)
Yo Yo Mundi in concerto con
"Resistenza. La banda Tom e altre storie partigiane"
Per la ricorrenza è stato organizzato il concerto-spettacolo degli Yo Yo Mundi, gruppo folk-rock originario di Acqui Terme (AL), che si esibirà in un loro spettacolo originale intitolato "Resistenza. La banda Tom e altre storie partigiane."
FONTE: A.N.P.I. NAZIONALE
Comunicato stampa A.N.P.I. Roma

DISTRUTTA LA TARGA DI VALERIO VERBANO: IL CLIMA DI ODIO NON VA IN VACANZA.
Comunicato stampa
ANPI Roma - Distrutta la targa in memoria di Valerio Verbano: il clima di odio non va in vacanza.
Non sappiamo se la distruzione della targa intitolata a Valerio Verbano sia stata compiuta per un gesto di odio politico o vandalismo, motivazioni da condannare comunque con determinazione, perchè figlie di disvalori culturali che minano le basi fondamentali della convivenza civile. Valerio Verbano è stato ucciso dai fascisti per 'colpa' della sua militanza democratica. Speriamo che gli assassini siano presto identificati.
Roma, 8 agosto 2013
FONTE:http://www.anpiroma.org/2013/08/distrutta-la-targa-in-memoria-di.html

Distrutta la lapide in ricordo di Valerio Verbano: l’afa fa uscire i fascisti dalle fogne.


Parco delle Valli, 8 agosto 2013: il caldo e l’afa che si abbattono su Roma devono avere un effetto altamente deletereo per chi ha solo mezzo neurone in corpo. I fascisti si divertono a distruggere la lapide di Valerio Verbano, non consapevoli forse che per ogni pezzo distrutto altri mille ne verran affissi, ricostruiti, tatuati nella memoria delle nostre strade… voi tenetevi le targhe nelle fogne
Parco delle Valli, a pochi passi da casa di Valerio Verbano,
casa dentro la quale fu ucciso a sangue freddo davanti agli occhi dei suoi genitori.
Nella memoria di quell’assassinio bastardo e vigliacco siamo cresciuti tutti,
non sarà il gesto di qualche fascista accaldato a cancellare il ricordo della sua storia,
della sua militanza senza mezze misure.

Non pensavo che ai sorci piacesse il marmo, invece…
«È il momento di unire le forze dei movimenti»
Intervista a Stefano Rodotà: «Sto pensando a un modo di unire le forze di quei soggetti civili, politici e sociali tornati da tempo protagonisti e che ora non possono più essere trascurati». La grazia a Berlusconi? «Inaccettabile»
ELEONORA MARTINI

La grazia a Berlusconi? «Inaccettabile. Anche perché sarebbe come istituire una super-Cassazione». Il giurista Stefano Rodotà parla di «rischio istituzionale che non va corso». È un momento delicato questo, dice, che richiederebbe un po' di «coraggio e lungimiranza politica» da parte dei partiti. «Subito la riforma della legge elettorale, e poi il voto», auspica. E nel frattempo, «insieme ad altri», sta pensando a un modo di «unire le forze dei soggetti civili, politici e sociali» tornati da tempo protagonisti e che «non possono più essere trascurati».
 
Mentre per il Financial Times «cala il sipario sul buffone di Roma», Sandro Bondi usa toni apocalittici minacciando la «guerra civile». Frasi che il Quirinale giudica come «irresponsabili». C'è da preoccuparsi o è solo un'altra farsa?
Ciò che sta avvenendo non è solo una reazione simbolica, rivolta a impressionare l'opinione pubblica. I comportamenti tenuti sono qualificabili come eversivi, nel senso che negano i fondamenti della democrazia costituzionale... La richiesta ufficiale del Pdl che, dicono, formalizzeranno nell'incontro con Napolitano, è di «eliminare un'alterazione della democrazia». Sono parole e comportamenti da valutare come rifiuto dell'ordine costituzionale. Al di là delle conseguenze, non si può cedere ancora all'abitudine di derubricare e sottovalutare quelle che vengono considerate «intemperanze verbali». Sono molto colpito dalla parola «irresponsabile» attribuita al presidente Napolitano, che di solito è molto cauto. Ma è evidente che la situazione configurata da Berlusconi e dal Pdl - considerare «un'alterazione della democrazia» una sentenza passata in giudicato - è eversiva. È un fatto di assoluta gravità che non possiamo sottovalutare.
 
Dunque i toni apocalittici vanno presi sul serio?
Assolutamente sì.
 
Ma non era tutto prevedibile?
Certo, il governo delle larghe intese è stato un grandissimo azzardo perché tutti sapevano che in pista c'era la vicenda giudiziaria di Berlusconi e che il Pdl non avrebbe certo mostrato responsabilità. Si è scelta questa strada nella speranza che non sarebbe accaduto, ma la storia di Berlusconi, fin da quando rovesciò il tavolo della bicamerale di D'Alema per sottrarsi al giudizio, testimonia esattamente che tutto era prevedibile. E allora oggi confidare in un ravvedimento operoso è pericoloso. Perché Berlusconi può continuare a condizionare pesantemente non solo il governo ma l'intero sistema costituzionale. Presidente della Repubblica, parlamento, magistratura: l'intero sistema costituzionale è in questo momento sotto ricatto.
 
Un ricatto che rischia di immobilizzare in ogni caso Napolitano. Secondo lei, il capo dello Stato dovrebbe concedere la grazia a Berlusconi?
No. Indipendentemente dai toni, penso che Napolitano non debba concedere la grazia. E sembra che il Quirinale vada prudentemente in questa direzione. Napolitano dovrebbe dire e dirà che una richiesta proveniente da Schifani e Brunetta è irricevibile dal punto di vista formale, anche perché per concedere la grazia vanno prese in considerazione una serie di condizioni, non ultima la condotta del condannato. Su Berlusconi invece pendono altri procedimenti e una condanna di primo grado nel processo Ruby. Rispetto a una persona che ha questo profilo, si può intervenire con un provvedimento di clemenza? Ma c'è di più: una grazia all'indomani della condanna assumerebbe la funzione di un quarto grado di giudizio, cioè una sconfessione della magistratura, facendo di Napolitano una sorta di super-Cassazione che elimina tutti gli effetti della condanna. È un rischio istituzionale che non va corso.
 
Ieri sul manifesto il presidente della Giunta per le autorizzazioni Dario Stefano ha ricordato l'iter istituzionale che seguirà la decadenza di Berlusconi da senatore. Non è un atto dovuto, dunque?
Ricordiamoci che Alfano ritirò la fiducia al governo Monti dopo l'approvazione della norma sulla decadenza e sull'ineliggibilità. Naturalmente la decadenza dovrebbe essere un atto dovuto e questo passaggio previsto in Parlamento può apparire una singolarità. Ma la legge è molto chiara sul punto: il passaggio in Parlamento è una presa d'atto di un provvedimento operativo nei confronti di uno dei suoi membri. La procedura può essere anche macchinosa ma l'esito non può essere discrezionale.
 
Il voto non riserverà sorprese?
Forse, visto che la legalità per una certa parte politica è un optional. Ma al Senato c'è una maggioranza che va ben al di là dei numeri del Pdl; sarebbe un fatto davvero istituzionalmente inqualificabile.
 
Come mai ora sarebbe «necessaria» quella riforma della giustizia fin qui ritenuta «impensabile»?
Appunto. Questa riforma assume il significato della rivincita politica di Berlusconi nei confronti della magistratura. Riscrive - nella situazione drammatica che vive l'Italia - le priorità dell'agenda come condizione per far vivere il governo. Ma anche questa non è una novità. Faccio un solo esempio: quando si costituì la Commissione bicamerale D'Alema Berlusconi chiese che al primo posto fosse iscritta la questione giustizia. Non era compresa tra i compiti della commissione ma ne divenne l'architrave, per accontentare Berlusconi. E infatti, come ci ha rivelato alcuni giorni fa l'ex ministro Flick il suo pacchetto di riforma della Giustizia venne allora bloccato; D'Alema stesso glielo chiese con una lettera. Non si può continuare su questa strada.
 
Nemmeno con il lavoro dei «saggi»?
Considero quella commissione istituita solo per dare consigli, che non può diventare in nessun modo politicamente rilevante né tantomeno vincolante. E in più ritengo nel merito largamente inaccettabili le loro proposte.
 
Allora elezioni subito? Con questa legge elettorale?
No, perché rischiamo di nuovo l'ingovernabilità. E ormai sappiamo - ce lo ha detto la Corte costituzionale e ricordato il suo presidente - che andremmo a votare con una legge viziata di incostituzionalità. Sulla questione a dicembre ci sarà una sentenza della Consulta, su richiesta della Cassazione. Ma al di là di questo, c'è anche un problema politico: si può accettare di andare al voto con una legge incostituzionale e politicamente devastante per gli effetti che ha prodotto? Propongo di riconvocare subito le camere per affrontare la legge elettorale. Non occorre sospendere le vacanze: possiamo utilizzare lo spazio riservato alla riforma costituzionale calendarizzata all'inizio di settembre per arrivare subito a una riforma elettorale. D'altronde non si può fare una riforma costituzionale con chi mette in discussione l'ordine costituzionale, è incosciente in questo clima. E invece occorre un'iniziativa immediata per anticipare i tempi e modificare in brevissimo tempo la legge elettorale, partendo a settembre dalla proposta più semplice, quella di Giachetti di ritorno al mattarellum. È l'unica iniziativa politica possibile per mettere minimamente in sicurezza il sistema.
 
Settembre è un tempo breve e lungo insieme. E il M5S ha smentito di essere disponibile a un governo, sia pur programmatico, con il Pd.
Indipendentemente dalle dichiarazioni del M5S, il Pd dovrebbe porre il problema di sciogliere le camere solo nel caso fosse accertata la mancanza di una maggioranza per costituire un governo, anche di breve durata, che si faccia carico immediatamente della riforma della legge elettorale. Ed è un problema che si presenta solo al Senato. Ma è un passaggio politico che richiede iniziativa, coraggio e lungimiranza politica da parte dei partiti; non ci si può solo chiedere cosa farà il capo dello Stato. Lui deve essere lasciato nella condizione di fare il suo lavoro ma non nel vuoto politico che si era determinato quando i tre responsabili dei partiti che oggi costituiscono la maggioranza, incapaci di eleggere un qualsiasi presidente della Repubblica, si ripresentarono da Napolitano facendo una mossa politicamente gravissima, dettata da debolezza politica.
 
Lei stesso ne fu protagonista...
Venni coinvolto ma oggi guardo alla vicenda con distacco. Piuttosto come allora in questo periodo, non solo in questi giorni, si è sedimentato attorno al tema della difesa della Costituzione - ma in senso alto: difesa dei valori e dei principi - un'attenzione di forze sociali politiche e civili che non può essere assolutamente trascurata. Ci sono state moltissime iniziative, tra le quali io metto anche l'ostruzionismo parlamentare di Sel e del M5S che ha inseguito la forzatura dell'approvazione ai primi di agosto della legge sulla revisione costituzionale. Ma in questo momento sono necessario iniziative non solo per sostenere la difesa di questi principi ma anche per porre le forze politiche davanti alla loro responsabilità.
 
Quali iniziative?
È ancora presto per dirlo, con altri abbiamo appena cominciato a pensarci, ma qualcosa è assolutamente necessario fare.

Potrebbe tornare lei stesso protagonista?
I discorsi da protagonista li ho sempre scartati. Dico solo che oltre alle responsabilità dei partiti, c'è una responsabilità propria di soggetti politici sociali e civili che in questo periodo si sono mobilitati - ne abbiamo visto un esempio a Bologna il 2 giugno - e che devono trovare forme di espressione. Non è questione di investitura, semmai l'investitura l'hanno ricevuta in molti e questo è il momento di unire le forze...

Da Stefano Rodotà a Maurizio Landini: nasce il fronte per la Costituzione e "un'altra maggioranza"

stefano rodotà maurizio landini
“Stiamo tentando di non rimanere impigliati nelle polemiche giornaliere. La questione della grazia a Berlusconi è durata due giorni, eppure c’è la legge a dare risposte: è una via tecnicamente non percorribile, prima ancora che politicamente. Ma il punto è che in Italia va ricostruito il tessuto politico, sennò saremo sempre vittime del ricatto…”. Stefano Rodotà non ne vuole sapere di limitare il suo ragionamento alla questione che più scalda i palazzi della politica in questo inizio agosto, cioè la condanna di Silvio Berlusconi per frode fiscale. Questa è solo una spia di un problema più vasto che ha a che fare con quello che Rodotà chiama “vuoto della politica, che è autoreferenziale, ha un orizzonte che non va oltre il giorno dopo…”. Dunque è tempo di “agire”. Ecco perché, sull’onda della sentenza Mediaset, ciliegina sulla torta di una situazione politica e democratica “precaria”, Rodotà e Maurizio Landini della Fiom hanno deciso di convocare una conferenza stampa per lanciare due iniziative: un’assemblea a Roma l’8 settembre e una manifestazione, sempre nella capitale, il 5 ottobre. L’auspicio: che in questa situazione di emergenza, istituzioni e forze politiche non si impicchino alla formula di alleanza Pd-Pdl, ma “esplorino” anche altre maggioranze. Con i cinque stelle, è un non-detto ma va da sé.
Non sarà un armistizio, malgrado la data dell’assemblea coincida esattamente con il 70esimo anniversario dell'armistizio proclamato da Badoglio. Sarà piuttosto una chiamata alla “mobilitazione” per un “autunno non caldo, ma intenso e partecipativo”, spiega Rodotà. Con lui e Landini ci sono idealmente anche Gustavo Zagrebelsky di Libertà e Giustizia, don Luigi Ciotti di Libera e Lorenza Carlassarre, l’ex saggio che ha abbandonato la commissione riforme in polemica con il metodo impostato dal governo. In sostanza, si tratta del prosieguo del cammino intrapreso a Bologna il 2 giugno scorso, quando diverse associazioni, da Emergency a Micromega e naturalmente Fiom e Libertà e Giustizia, scesero in piazza in difesa della Costituzione. Lì nacque una rete, contraria al presidenzialismo (“Si accelererebbero dinamiche distruttive”, insiste Rodotà), convinta che “la Costituzione non vada cambiata, ma applicata”, sottolinea Landini parlando della recente sentenza della Cassazione che ha dato ragione ai tre licenziati della Fiat di Melfi senza che l’azienda abbia applicato la sentenza e senza che il dibattito politico abbia fatto il minimo accenno al problema. Ora quella rete, finita quasi in sonno quando la prospettiva delle larghe intese Pd-Pdl sembrava avviata a vita duratura, riprende vigore. Sociale più che strettamente politico.
Perché non c’è intenzione di tradurre tutto questo sforzo in una lista per le europee o per le politiche, se si dovesse ritornare al voto. Men che meno in un partito. Questo lo chiariscono sia Rodotà che Landini. “Si tratta di creare un terreno comune che riunifichi ciò che oggi è diviso”, dice il segretario della Fiom. “Questo governo non ha creato un posto di lavoro in più, non ha una politica industriale. Quando vedo un condannato che manifesta penso ai tanti che hanno perso un posto di lavoro… E’ ancora in vigore la legge chiesta dalla Fiat e fatta dal governo Berlusconi che, grazie all’art.8, permette di non rispettare i contratti. Sono questi i temi che vogliamo porre e se questo significa fare politica, sì allora facciamo politica”. Zagrebelsky la dice in collegamento telefonico: “Non siamo qui per difendere un pezzo di carta. La Costituzione è uno strumento per recuperare passione politica e partecipazione. Ci siamo detti che non è più tempo di appelli e parole: ci si chiede di fare. Come? E’ il tema che vogliamo sviluppare e costruire. Ci rivolgiamo a chi si è distaccato dalla politica, ai disillusi, agli insoddisfatti. Dobbiamo indicare obiettivi politici e scopi per una mobilitazione politica. Se non lo facciamo, i luoghi della politica saranno occupati dai faccendieri: potere e danaro spiegano il degrado attuale”.
Non è un armistizio. Ma “resistenza e proposta”, così la mette Rodotà, dall’alto dei suoi ottant'anni. Tanto per dire: invece di perdere tempo su un percorso “pericoloso” di riforme costituzionali, si pensi a eliminare subito il Porcellum, visto che è già nel mirino della Corte Costituzionale che si pronuncerà il 3 dicembre. Un’idea c’è: “Eliminare il Porcellum e sostituirlo con il Mattarellum, è la cosa più semplice in questo momento - dice Rodotà – se potessi direi: non si va in vacanza per fare la legge elettorale”. Ma c’è dell’altro. Non è una novità assoluta ma suona particolare, in questi giorni caldissimi per il governo avviato verso un autunno difficile. “Il problema è che si ragiona in un'ottica di emergenza che diventa vincolo a legarsi ad una sola maggioranza”, quella Pd-Pdl. Invece, sostiene Rodotà “bisognerebbe esplorare quello che è possibile, questo non è illegittimo. Scalfaro lo fece e fu accusato di ribaltone… ma non deleghiamo tutto al presidente della Repubblica. È compito forze politiche…”.

E' scomparso il compagno Umberto Carpi



L'Anpi esprime profondo cordoglio per la scomparsa di Umberto Carpi. Componente del 

Comitato Nazionale  dell'Associazione e del Comitato di redazione di Patria Indipendente, 

Carpi ha fatto dell'antifascismo una  fondamentale ragione di vita impegnandosi 

quotidianamente nella sua valorizzazione e diffusione. Ai familiari e a tutti coloro che gli 

sono stati vicini, specialmente in queste ultime settimane di sofferenza, giunga la vicinanza 

affettuosa della Presidenza e della Segreteria Nazionale dell'Anpi

FONTE: A.N.P.I. NAZIONALE facebook