Ente Morale D.L. 5 aprile 1945, n. 224

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L'ECCIDIO DEL TURCHINO

Il recupero delle slame
Nell'ambito di una decisa ripresa di attività della Resistenza sia in montagna sia in città, che dopo i tragici e dolorosi avvenimenti della Benedicta vedrà, dalla tarda primavera all'autunno del 1944, il movimento partigiano acquisire un nuovo livello di organizzazione e maturità, il 14 maggio 1944 venne organizzata dai GAP, nel centro di Genova, un'azione di attacco contro i militari tedeschi che frequentavano il Cinema Odeon, a essi riservato in via esclusiva. L'esplosione di una bomba all'interno di quel locale causò la morte di 5 militari e il ferimento di altri 15. La risposta nazista a questa azione si mosse rapidamente sul medesimo modello, a parte le minori proporzioni, di quella delle Cave Ardeatine.
La croce del Sacrario
Il fonogramma inviato il 17 maggio 1944 dal LXXV Corpo d'Armata, responsabile della difesa delle coste nell'Italia nord-occidentale, all'Armeegruppe von Zangen, così affermava: "Il numero delle vittime dell'attentato dinamitardo al cinema riservato ai militari di Genova (...) è salito a 5 morti e 15 feriti. Rappresaglia in preparazione da parte dello SD (...)".
Era del resto logico che questo compito venisse assunto dalle forze di sicurezza essenzialmente costituite dalle SS e di ciò è ulteriore conferma il fatto che tutta la gestione della rappresaglia sia avvenuta a livello del comando insediato nella Casa dello Studente e nella IV sezione del carcere di Marassi. Di qui furono prelevati i 59 candidati alla fucilazione: 42, provenienti anche da altre province, erano detenuti per attività antifascista, 17 provenivano dal ra-strellamento della Benedicta avvenuto il mese precedente.
L'esecuzione ebbe luogo nelle prime ore del 19 maggio 1944 nella località, prossima al Passo del Turchino, denominata Fontanafredda. Le modalità di essa furono particolarmente crudeli, in quanto le vittime designate dovettero portarsi su assi protese sopra una grande fossa che nel giorno precedente un gruppo di ebrei, pure detenuti a Marassi, era stato costretto a scavare, e ivi vennero uccise a colpi di mitra in gruppi di sei cadendo sui corpi dei loro compagni già uccisi.Nicoletti, interprete delle SS, durante il processo a suo carico, raccontò di avere assistito al massacro insieme a un gruppo di alti ufficiali tra i quali vi era il Kaess, con il quale in seguito si recò a pranzo a Masone. 
Il sentiero percorso dai Martiri
Al Turchino il rapporto tra militari tedeschi uccisi nell'azione partigiana e vittime della rappresaglia fu superiore a quello di uno a dieci adottato per le Cave Ardeatine.
Anche qui, nello stesso tempo in cui si annunciava la feroce ritorsione, se ne vollero cancellare le tracce: in un comunicato del 20 maggio 1944 il comando tedesco dava notizia della rappresaglia, tuttavia affermando che essa era avvenuta il 18 anziché il 19 precedente. Falsità che, insieme al rifiuto di tutto il personale della Casa dello Studente e di Marassi di fornire notizie sulla destinazione dei loro cari, a lungo impedì ai familiari dei trucidati di conoscerne la sorte effettiva.

FONTE ILSREC

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